La Regione chiarisca se il diritto di prelazione sull’area Ortazzo-Ortazzino (Ravenna) sarà esercitato su aree A, B e C, se poteva essere chiesto dall’Ente Parco e se si possa classificare anche l’area C come lo sono le aree A e B, vale a dire a maggior tutela.
Lo ha chiesto alla giunta, al question time, Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde, che ha voluto anche sapere “per quali motivi, stando al contratto di vendita, in occasione della prima compravendita del 01.03.2023, fosse previsto il diritto di prelazione da parte dell’Ente Parco sulle tre aree A, B, C, mentre ora la zona C sia stata esclusa, tanto che proprio l’area a minor tutela rimarrà di proprietà privata, forse a seguito di un’annunciata seconda vendita”. Zamboni, poi, vuole conoscere se si passerà “celermente” alla classificazione da zona di tutela C a zona B e “se verrà presa in considerazione la sollecitazione di ISPRA a ricomprendere tutta l’area in una Riserva Naturale dello Stato e acquisirla al Demanio statale”.
L’area Ortazzo-Ortazzino era stata acquistata, in estate, dell’immobiliare privata CPI Real estate Italy Spa. Le associazioni avevano ritenuto inadeguata la cifra per l’acquisto: “480mila euro, sufficienti ad accaparrarsi un pezzo di riserva di quasi 500 ettari”. L’Ente parco non aveva esercitato il diritto di prelazione per “l’insufficiente disponibilità di risorse e la mancata collaborazione da parte di Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna e Cassa Depositi e Prestiti”. La consigliera continua sottolineando come “il 15 novembre la Regione Emilia-Romagna ha annunciato lo stanziamento, insieme a Comune di Ravenna ed Ente Parco, di 437mila euro, somma che permetterà all’Ente Parco di poter esercitare il diritto di prelazione ma solo sulle aree A e B delle zone di Ortazzo e Ortazzino”.
La risposta l’ha fornita il sottosegretario alla presidenza della giunta, Davide Baruffi. “Il diritto di prelazione – ha ricordato Baruffi – può essere esercitato solo per le aree A e B. La Regione e il Comune di Ravenna si sono detti disponibili a intervenire e la Regione ha stanziato 250mila euro. E’ in atto una verifica sulla possibile riclassificazione dell’area C. L’Ente parco valuterà le condizioni tecniche ed eventuali variazioni del Piano parco. Prima occorre procedere alla tutela, poi alle altre azioni”.
Silvia Zamboni si è dichiarata perplessa riguardo allo stralcio dell’area C dal diritto di prelazione, “in quanto anche questa area è ricompresa nell’area di riserva naturale. Per l’Area C, non si deve perdere più tempo per la riclassificazione”.
Zamboni aveva scritto che Ispra – rispondendo alle richieste delle associazioni WWF Ravenna, ENPA, Federazione Nazionale Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente Ravenna Circolo Matelda, OIPA e Unione Bolognese Naturalisti – aveva affermato che l’area andava tutelata e che era “auspicabile” che gli ambienti in zona C “venissero fatti rientrare nella zona B del Piano del Parco”. Le associazioni ricorda la capogruppo hanno inviato il parere di Ispra “al ministero dell’Ambiente in riferimento al tema/percorso demanializzazione nonché al presidente della Regione Bonaccini, ai vertici del Parco del Delta e al sindaco di Ravenna in merito alla riclassificazione della zona C”. La documentazione, inoltre, è stata inviata anche alla procura della Repubblica, a Ravenna.
(Gianfranco Salvatori)