Governo locale e legalità

Si apre il confronto sulla proposta di regole dell’Ue per la transizione digitale

Si è aperta in commissione Bilancio la Sessione europea dell’Assemblea. Illustrata la proposta di Regolamento europeo sull’uso e l’accesso ai dati generati nell’Ue in tutti i settori economici

Si è aperta in commissione Bilancio (presieduta da Stefano Bargi in sostituzione di Massimiliano Pompignoli) la Sessione europea dell’Assemblea legislativa per l’anno 2022, il fulcro dell’azione regionale nella fase ascendente e discendente della formazione delle politiche e degli atti dell’Unione europea.

La vicepresidente di Giunta Elly Schlein ha sottolineato: “La Sessione europea rappresenta un momento importante per la Regione e le sue istituzioni. Questa, in particolare, è una sessione segnata dagli eventi che stanno scuotendo lo scenario internazionale con la pandemia che sta ancora causando conseguenze sociali ed economiche e accentuando le disuguaglianze. Le linee strategiche a livello di Unione sono state rafforzate durante la pandemia, grazie ai piani vaccinali e poi con il Next generation Eu. I primi fondi sono già stati destinati a 17 Stati membri e fra le novità è stata inserita un’obbligazione verde da 12 miliardi di euro per promuovere politiche a sostegno dell’ambiente. Ci sono anche strategie per il contrasto del degrado forestale e per la mobilità sostenibile. Inoltre, entro il 2030, sono da raggiungere obiettivi sociali misurabili come, ad esempio, il salario minimo ed equo. Sulla trasformazione digitale occorre accelerare per coinvolgere anche i territori più periferici. Le sfide sono tante e la Regione intende offrire il proprio contributo come coprotagonista: proviamo a cogliere le possibilità di riscrittura delle politiche che possono cambiare l’Unione europea”.

Un tecnico della Regione ha ricordato che “è il 13° anno che si avvia la Sessione europea e che l’Emilia-Romagna è l’unica Regione che lo fa con continuità”. “Una prima verifica dei dati -ha aggiunto- conferma risultati positivi per quanto riguarda i target raggiunti dalla Regione Emilia-Romagna. Il tasso di occupazione nella fascia 20-64 anni in Italia aveva un target del 67-69% e in Emilia-Romagna ha raggiunto il 73%. Negli investimenti per la ricerca la nostra Regione è al secondo posto in Italia. Sulle energie da fonti rinnovabili, l’ampio uso di gas ci pone al terzultimo posto. Più basso, rispetto ad altre regioni del Paese, il tasso di abbandono degli studi, che si attesta al 9,3%. Il tasso di giovani laureati alla fine del 2020 in Emilia-Romagna risultava del 32%, contro il 26-27% registrato in Italia”.

Il consigliere Gianni Bessi (Partito democratico) ha sottolineato “che i singoli gruppi devono avere la possibilità di fare interventi puntuali in questo contesto”.

Il direttore generale della Regione Emilia-Romagna ha illustrato la proposta di Regolamento europeo sull’uso e sull’accesso ai dati generati nell’Ue in tutti i settori economici: “Obiettivo del provvedimento è regolare la gestione dei dati, anche quelli in possesso delle pubbliche amministrazioni. Si stabilirà, inoltre, che la produzione dei dati sia connaturata al territorio dove vengono prodotti”.

La nuova legge europea, quando sarà approvata, metterà a disposizione una grande quantità di dati da utilizzare e chiarirà chi può accedervi e a quali condizioni. L’obiettivo della Commissione europea è quello di eliminare gli ostacoli all’accesso ai dati per gli operatori pubblici e privati e permettere anche agli enti pubblici di utilizzare, in determinate situazioni di emergenza pubblica, i dati delle imprese. Prevede, inoltre, di adottare garanzie contro il trasferimento illecito di dati. La proposta, in sostanza, ha lo scopo di rafforzare il Regolamento sulla protezione dei dati e di integrare i diritti già esistenti.

Il Data act (il Regolamento) sarà caratterizzato da un processo di ‘democraticizzazione’ dei dati. Sulla piattaforma Democray è stato avviato un questionario condiviso con il gruppo di lavoro previsto dalla legge 16 del 2008. Alla consultazione potranno partecipare le Unioni di Comuni e i firmatari del Patto per il lavoro e per il clima.

I contributi raccolti dalla consultazione orienteranno le osservazioni della Regione Emilia-Romagna che verranno trasmesse al governo e alle Camere per la definizione della posizione italiana sul regolamento che, una volta approvato, sarà obbligatorio e direttamente applicabile in tutti gli Stati membri. Si tratta della prima consultazione pubblica regionale svolta su un’iniziativa europea in fase ascendente, la fase in cui è possibile incidere sulla definizione delle politiche europee, con l’obiettivo di rafforzare la partecipazione nella formazione delle politiche e del diritto dell’Ue.

(Lucia Paci)

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