Governo locale e legalità

Regione, autonomia. In Assemblea continua lo scontro tra Pd e Lega

Boschini (Pd): “Ln cavalca l’autonomia solo per motivi elettorali”. Rancan (Ln): “Pd antidemocratico, avversa i referendum”. Prodi (Misto-Mdp): “Referendum inutili, ingannevoli e costosi”

Continua lo scontro in Aula tra Pd e Ln sulla richiesta di autonomia regionale aggiuntiva. Il dem Giuseppe Boschini accusa i leghisti di “speculazioni elettorali prive di visione politiche d’insieme”, mentre l’esponente del Carroccio Matteo Rancan liquida l’iniziativa della Regione come “demagogica e tardiva” e l’avversione del Pd per i referendum consultivi di Lombardia e Veneto come “antidemocratica”. Critiche alle posizioni leghiste anche da parte di Silvia Prodi (Misto-Mdp), che ha puntato il dito contro i referendum leghisti giudicandoli “inutili, ingannevoli e costosi”.

Giuseppe Boschini (Pd) ha ricordato come la Regione Emilia-Romagna, a partire dalla riforma costituzionale del 2001, abbia sempre percorso la via di maggiori spazi di autonomia (‘legge Bastico’ sulla formazione professionale nel 2003). La massima autonomia possibile nell’azione politico-amministrativa fa parte della cultura del centro-sinistra e oggi in particolare del Pd. Inoltre, alla Ln ha imputato di voler lucrare politicamente su una richiesta di autonomia spinta senza, però, una visione d’insieme: né un Unione europea delle regioni né uno stato nazionale forte. Si tratta – ha criticato – di una prospettiva pericolosa. Infine, ha liquidato i referendum consultivi di Lombardia e Veneto come derive plebiscitarie e la posizione dei leghisti in Emilia-Romagna come meramente strumentale e incoerente.

Matteo Rancan (Ln), nel rimarcare la profonda differenza tra Lega e Pd sul tema dell’autonomia, ha liquidato l’iniziativa della Giunta come mera demagogia, peraltro tardiva, finalizzata unicamente a screditare le iniziative referendarie di Lombardia e Veneto, quelle sì – ha affermato – un vero e utile esercizio di democrazia. La vera autonomia – ha ribadito – passa dalla messa in discussione del residuo fiscale e sulle risorse finanziarie necessarie a garantire la maggiore autonomia, che per la Lega deve necessariamente passare attraverso la piena applicazione del federalismo fiscale.

Silvia Prodi (Misto-Mdp) ha criticato l’approccio referendario sul tema dell’autonomia regionale seguito da Lombardia e Veneto, dato che la richiesta di consenso popolare nasconde il proposito ingannevole di richiedere lo status di regioni speciali. Inoltre, ha ricordato come altre Regioni, per ottenere maggiore autonomia, abbiano percorso la strada dell’articolo 116 della Costituzione (Piemonte, Toscana, Lombardia, Veneto), segno che tale via, al contrario di quanto sostiene la Ln, è percorribile e che i referendum consultivi indetti in Lombardia e in Veneto sono inutili, oltre che costosi. Infine, ha rivendicato talune proposte (in ambito sanitario, ad esempio), accolte, che hanno migliorato il documento degli indirizzi di Giunta.

(Luca Govoni)

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