Governo locale e legalità

Bilancio 2023: è scontro su sanità e rigassificatore

Approvata la manovra finanziaria. Montalti (Pd): “Il governo ci ha lasciati soli a difendere la salute dei cittadini”. Facci (Lega): “In Sanità c’è un problema strutturale”. Piccinini (M5s): “No a trasferimento hub del gas di Piombino in Emilia-Romagna”. Bonaccini: “E’ stato difficile far quadrare i conti, ma abbiamo fatto un ottimo lavoro”

Il deficit in sanità e la possibilità che il rigassificatore di Piombino possa essere trasferito in Emilia-Romagna hanno infiammato il dibattito sul pacchetto Bilancio 2023, la manovra da 13 miliardi di euro (di cui 9 proprio per la sanità) proposta dalla giunta e approvata dall’Assemblea legislativa con i voti favorevoli dei partiti di maggioranza e quelli contrari delle opposizioni.

“La manovra che stiamo discutendo ha un obiettivo prioritario: quello di far crescere in modo equo e sostenibile la nostra regione”, spiega la relatrice di maggioranza Lia Montalti (Pd) per la quale “nonostante la situazione macroeconomica che stiamo affrontando, conseguenza di pandemia, caro energia, incremento delle materie prime, aumento dei tassi di interesse e dell’inflazione, vogliamo fare tutto il possibile per mantenere l’Emilia-Romagna in quel sentiero di sviluppo attento alla sostenibilità ambientale, economica e sociale. Per questo abbiamo deciso di accelerare in maniera importante sugli investimenti strutturali sfruttando appieno le potenzialità che vengono offerte dall’Europa e al contempo proteggere le fasce più deboli a partire appunto dalla sanità pubblica, dal welfare e dai servizi. Confermiamo, inoltre, le risorse per i contributi a sostegno delle donne che hanno subito violenze”. Sul tema sanità Montalti è netta: “Il fatto che la Regione destini risorse proprie è di per sé una scelta: se non ci fosse stato il Covid e non fosse arrivato il carobollette il bilancio della sanità sarebbe stato in pareggio. Ora è bene che il governo stanzi risorse per coprire le spese straordinarie della pandemia e dell’inflazione. C’è un tratto identitario della nostra democrazia: le Regioni non possono essere lasciate sole sul tema sanità, in quanto la salute è un diritto costituzionale di tutti i cittadini. C’è, però, un grande assente: il governo, che non ha stanziato le risorse necessarie per la sanità. La Regione sta facendo la propria parte fino in fondo, ma siamo stati lasciati soli dal governo. Cari colleghi di minoranza, facciamo questa battaglia tutti insieme”.

Opposta la posizione del relatore di minoranza Michele Facci (Lega): “C’è problema strutturale in sanità. In una manovra di 13,3 miliardi la spesa per la sanità è l’85%. A conferma cito i dati del preventivo 2022 che indica un rosso di 837 milioni, quando nel 2020 si registrava un attivo di 220 milioni e nel 2021 il deficit ammontava a 162 milioni. Questo è un Bilancio che sconta il buco della sanità, anche se a oggi non sappiamo fino in fondo da cosa sia causato il deficit della sanità. È evidente come ci sia un problema strutturale che finisce per pesare sull’intero bilancio regionale. Tutto il resto della manovra finanziaria per il 2023 ruota intorno al rosso della sanità. La Regione ogni anno ha dovuto trovare risorse proprie per la sanità, ma nessuno ci dice dove vengono trovate queste risorse: mentre il disavanzo della sanità è chiaro, nessuno ci dice dove si taglia per assicurare i fondi alla sanità. Si tagliano servizi, ma non è chiaro quali”. Il leghista è netto anche nel bocciare tutta la gestione del patrimonio immobiliare della Regione.

Per Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) “le questioni legate alla sanità vincolano ovviamente il bilancio. Alla luce dei maggiori costi dovuti prima alla pandemia e poi al caro energia, si è fatta una scelta precisa per garantire le risorse destinate alla sanità per fare fronte alle richieste dei cittadini nonostante le difficoltà dello Stato centrale a trasferire le risorse necessarie. Il Fondo sanitario nazionale non è sufficiente, ma l’amministrazione della sanità è un tema centrale. Noi vogliamo porre attenzione a tutto il settore socio-sanitario, all’integrazione del reddito di libertà per le donne in fuga da violenze domestiche, all’uso virtuoso dei fondi strutturali europei per l’imprenditoria femminile, alla tenuta dei servizi”.

Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) commenta: “Questo bilancio è il più complesso della legislatura in atto. Il mancato ristoro da parte dello Stato per le spese sostenute per via dell’emergenza Covid rischia di minare il sistema sanitario emiliano-romagnolo connotato da una forte impronta pubblica. È una scelta politica fondamentale sostenere il nostro servizio sanitario a beneficio delle nostre comunità. Concordo con la scelta della compartecipazione ai fondi europei per perseguire gli obiettivi di mandato. Va difesa con forza la salvaguardia delle misure per le famiglie come l’accesso ai nidi e i contributi per l’affitto. L’assestamento di luglio sarà decisivo per reperire altre risorse al momento non programmabili”.

Per Marco Mastacchi (Rete Civica) “le spese sanitarie rappresentano una parte rilevante del nostro bilancio. Già da giugno si sapeva che saremmo finiti in queste condizioni, con oltre 800 milioni di disavanzo in sanità. Spendiamo più di altre regioni e le criticità rimangono: liste di attesa lunghe, pochi professionisti e pronto soccorso intasati. È fondamentale costruire una rete integrata dei servizi sanitari perché i pazienti sono lasciati soli ed è sempre più accentuato il ricorso al privato accreditato. Bisogna valorizzare i professionisti e offrire giuste opportunità di lavoro. Infine, la viabilità: abbiamo un sistema precario che penalizza i giovani che vorrebbero vivere nelle aree montane. Per le aree interne auspico il massimo impegno da parte della giunta”.

Daniele Marchetti (Lega) sottolinea: “Il cuore della discussione del bilancio 2023 è la sanità. La Regione Emilia-Romagna non è estranea a un deficit che inevitabilmente impone di penalizzare altri ambiti, altrettanto importanti. Ci dobbiamo anche interrogare sul servizio che offriamo, spesso non in linea nemmeno con le linee guida della Regione stessa. I maggiori costi penalizzano anche le liste d’attesa, il sistema non regge più e si sta aumentando la spesa per il privato accreditato. Sul fondo regionale per la non autosufficienza abbiamo sempre chiesto un monitoraggio sulle risorse investite, ma non lo abbiamo mai visto. Infine, proponiamo uno screening annuale sulla salute riproduttiva”.

Roberta Mori (Partito democratico) evidenzia: “Mantenere gli standard di servizi nel contesto attuale è una scelta coraggiosa. Con questa manovra non rinunciamo a centrare tutti gli obiettivi politici che ci siamo dati a inizio legislatura. I fondi europei ci aiuteranno a mantenere il sostegno alle nostre comunità, a contrastare le disuguaglianze. I 3 miliardi di risorse Fesr vanno a raddoppiare il sostegno alle imprese e all’imprenditoria femminile. La precarietà non genera fiducia e il lavoro povero e dequalificato racconta di disuguaglianze sociali profonde che le pari opportunità possono colmare. Ecco perché le politiche integrate fanno dell’Emilia-Romagna una Regione in cui ci si salva solo insieme”.

Per Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) “il centro-sinistra è in difficoltà: l’Emilia-Romagna è in affanno sulla sanità descritta come un fiore all’occhiello. I mancati trasferimenti sono imputabili al precedente governo e la pandemia ha messo in evidenza problemi derivanti dal periodo precedente al Covid. Il deficit della sanità viene da lontano e l’organizzazione va rivista, pena il crollo di tutto il sistema. Il Defr, che dovrebbe delineare gli scenari operativi del futuro, è un boomerang governativo. Sia sulla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza regionale (Nadefr) sia sul pacchetto bilancio ci sono tagli frettolosi. Abbiamo chiesto regimi non vessatori per le aziende, di potenziare le linee ferroviarie per non isolare i territori, di dare sostegno agli operatori sanitari e a specifiche filiere per il nostro territorio montano”.

Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle): “Questo è un bilancio che non ci convince, in quanto ha un problema serio legato ai conti sulla sanità. È una questione politica che impatta sulla vita dei nostri cittadini. Sul tema energetico abbiamo visioni molto diverse. Riguardo al rigassificatore non siamo d’accordo di fare di Ravenna l’hub del gas, condannandola all’arretratezza. Siamo stati bravi a fare i bandi per le comunità energetiche ma quando si parla di energia non ci si deve riferire solo alle imprese ma anche ai cittadini che devono fare i conti con le spese. C’è poi un tema sociale che ci vede insoddisfatti: il governo nazionale sta provando a smantellare il reddito di cittadinanza. In Emilia-Romagna, i dati ci dicono che la povertà è in crescita e quindi occorre farsi carico del problema”.

Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) illustra l’ordine del giorno presentato: “Chiediamo che la giunta si faccia portavoce col governo affinché acceda ai fondi del Mes (Meccanismo europeo di stabilità) per l’assistenza sanitaria. Occorre chiedere inoltre il potenziamento del fondo sanitario nazionale per sopperire alla carenza di personale e fare fronte al caro energia. La pandemia ha creato interruzioni delle cure e allungato i tempi di attesa, creando insoddisfazione nei pazienti. Bisogna investire su nuove assunzioni e rilanciare la medicina territoriale per dare vigore alla sanità e al welfare regionali. A livello nazionale, avevamo proposto di mettere 4 miliardi in manovra per la sanità; ora, invece, la priorità è usufruire del Mes per smaltire le liste d’attesa”.

Silvia Zamboni (Europa Verde): “Riconosciamo che in una fase difficile per famiglie, imprese ed enti locali l’Emilia-Romagna presenta un bilancio che non prevede incremento della pressione fiscale. E non si arretra sulle politiche sociali a sostegno dei soggetti fragili. È stato messo in sicurezza anche il bilancio alla voce sanità. Abbiamo appoggiato la linea della giunta di mettere in sicurezza la sanità, che resta una priorità non negoziabile. Continueremo a monitorare sui territori l’adeguatezza e i tempi delle prestazioni a favore dei cittadini. Sul tema energia, con l’accordo Eni Snam, per fare di Ravenna la capitale del ‘Carbon capture and storage’, si dà vita all’uso di fonti fossili. L’emergenza climatica, però, ci dice che non è più rinviabile l’uso delle fonti rinnovabili”.

I consiglieri della Lega intervengono per illustrare svariati ordini del giorno. Maura Catellani chiede “il sostegno all’assistenza domiciliare e di trasferire ai Comuni fondi per gli anziani che intendono adeguare la propria abitazione per renderla funzionale al mantenimento della propria autonomia”. Valentina Stragliati richiama l’attenzione “sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità iscritti alle scuole paritarie, chiedendo l’istituzione di un fondo per la copertura delle ore di sostegno”. Un altro odg della consigliera riguarda il tema dell’amianto: “Semplificare le procedure e abbattere i costi per lo smaltimento da parte dei privati”. Massimiliano Pompignoli illustra tre odg finalizzati a chiedere “di sostenere la riqualificazione delle aree industriali dismesse, la produzione delle noci di Romagna e predisporre iniziative per celebrare la figura di Aldo Spallicci medico e letterato romagnolo, cultore dell’identità e della promozione della Romagna, nel cinquantenario dalla morte”. Emiliano Occhi chiede di “aumentare i fondi per la manutenzione dei grandi percorsi cicloturistici della regione”. Matteo Rancan illustra un odg “per contrastare la diffusione del cibo sintetico in linea con l’iniziativa di Coldiretti, la cui proposta è stato già adottato in molti comuni”.

Stefano Caliandro (Partito democratico) sottolinea: “Oltre 13 miliardi di investimenti sono una cosa importante e ciò che cerchiamo di fare è dare una spinta alla ripresa delle attività. Ma occorre che ci sia un intervento più corale. Facciamo tanto per tenere in piedi il nostro sistema socio-sanitario ma occorre una presa di posizione che arrivi anche dai banchi della minoranza. La responsabilità è tanta. Nonostante le difficoltà chiudiamo in positivo il nostro bilancio”.

Per Manuela Rontini (Partito democratico) “le minoranze stanno facendo proposte attraverso i loro ordini del giorno ma vedo troppa timidezza nel fare una battaglia per chiedere quello che ci spetta, che spetta ai nostri cittadini: che il governo ci riconosca il miliardo di euro che abbiamo speso per fronteggiare l’emergenza Covid. Sono risorse che vanno alle nostre comunità”.

Il presidente Stefano Bonaccini, difendendo la bontà della manovra, ribadisce: “Abbiamo un bilancio che non mai stato così difficile da chiudere. Abbiamo fatto un ottimo lavoro: nonostante siamo stati una delle tre regioni più colpite dalla pandemia, il sistema ha retto, è ancora in piedi. Mi aspetto che l’Italia ratifichi il Mes e che una parte venga destinata al settore più in sofferenza, la sanità, per guardare con più fiducia ai prossimi anni. Stiamo affrontando una crisi energetica che ha colpito tutti, famiglie e imprese, e un’inflazione al 12%. Ma c’è un metodo che contraddistingue l’Emilia-Romagna: il confronto con tutte le parti sociali messo a sistema grazie al Patto per il lavoro e per il clima. A gennaio approveremo la legge per trattenere e attrarre talenti. Per il nono anno consecutivo non aumentiamo le tasse e siamo tra le tre Regioni meno indebitate d’Italia. Stiamo cercando di fare il massimo per fronteggiare il caro energia. Abbiamo approvato una legge sulle comunità energetiche e, posto che non si può derogare al fatto di avere il 100% di energie pulite nel 2035, andiamo avanti con il rigassificatore di Ravenna. È un intervento indispensabile ma parziale, perché servono le rinnovabili. Se faremo eolico e fotovoltaico flottante in mare andremo in una direzione molto seria”.

Le parole del presidente Bonaccini suscitano la reazione di Valentina Castaldini (Fi) per la quale “il discorso del presidente sembra quello di fine mandato, sembra un discorso di addio. Il Pd non ha mai saputo valorizzare chi sa governare la propria Regione, quindi le auguro un trattamento migliore rispetto ai suoi predecessori. Le auguro di occuparsi presto dell’opposizione nazionale e si ricordi che il compito dell’opposizione è quello di costringere chi governa a decidere”.

Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) ribadisce: “Chiediamo di mantenere in Emilia-Romagna standard elevati. I nostri cittadini meritano servizi migliori da questa Regione. Il governo non può avere responsabilità, essendosi insediato un paio di mesi fa. Non ci prestiamo a provocazioni e non voteremo questo bilancio perché non rispecchia la visione che ci aspettiamo per questa regione. La sanità, con il buco creato, ingessa questo bilancio. Il governo ha stanziato oltre 2 miliardi in più rispetto a quelli preventivati, un impegno concreto che deve essere apprezzato e segna un’inversione di tendenza rispetto al passato, caratterizzato da tagli operati anche dal Partito democratico”.

Francesca Marchetti (Partito democratico) sottolinea “la necessità di tutelare il settore della cultura che rischia di venire penalizzato con l’aumento dei costi energetici. Per l’Emilia-Romagna rappresenta un settore anche per lo sviluppo economico. È fra l’altro un settore che impiega molte persone. L’auspicio è che nel prossimo assestamento si possa rafforzare questo comparto”.

L’assessore al Bilancio Paolo Calvano chiude la discussione ribadendo la bontà della manovra finanziaria e ringraziato tutti coloro, politici e tecnici, che hanno reso possibile la discussione e la votazione dell’intero “pacchetto”.

(Luca Molinari e Lucia Paci)

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