Appoggiare la campagna di assegnazione del Premio Nobel per la pace ai bambini palestinesi, condannare ogni forma di evacuazione forzata, garantire il rispetto dei diritti umani, la protezione dei civili e l’accesso incondizionato degli aiuti umanitari nella striscia di Gaza.
La commissione Giovani presieduta da Maria Costi ha approvato la risoluzione Pd-Civici-Avs-M5s a prima firma Giovanni Gordini (Civici) ed emendata dallo stesso Gordini, da Vincenzo Paldino (Civici) e da Paolo Calvano (Pd), che chiede impegni per soluzioni umanitarie e politiche per quanto sta avvenendo a Gaza.
Su richieste di Fratelli d’Italia la risoluzione è stata votata per parti separate con gli impegni relativi ai temi umanitari, e in particolare ai bambini (fra cui la citata richiesta di Premio Nobel) approvati all’unanimità, mentre la richiesta al governo italiano di condannare e chiedere la sospensione del piano del governo di Israele per lo sfollamento di circa un milione di abitanti di Gaza City è stata votata dalla sola maggioranza Pd-Avs-Civici-M5s.
“In questa sede dobbiamo prendere una posizione netta e formale su ciò che avviene a Gaza, che passi attraverso un atto anche per garantire i diritti dei cittadini e delle organizzazioni non governative internazionali che portano aiuti. Servono il cessate il fuoco da una parte e la possibilità di garantire l’ingresso di aiuti umanitari dall’altra” ha esordito Gordini per poi sottolineare: “L’evacuazione della popolazione civile, prevista da Israele, rappresenta un intervento con implicazioni umanitarie che richiedono un’azione immediata da parte della Comunità internazionale. Ad oggi il governo italiano non ha ancora assunto misure concrete nei confronti di Israele e ha evitato di pronunciare condanne esplicite e inequivocabili”.
Per questo le forze di maggioranza chiedono di condannare il trasferimento di massa di civili in quanto contrario al diritto internazionale umanitario e promuovere, nelle sedi opportune, iniziative di pressione diplomatica e politica affinché siano garantiti il rispetto dei diritti umani, la protezione dei cittadini e l’accesso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e il pieno sostegno alle organizzazioni umanitarie, quali Croce Rossa e agenzie Onu, impegnate a fornire assistenza, cure mediche, beni essenziali e protezione alla popolazione palestinese.
L’atto politico ha sollevato un ampio dibattito: per la maggioranza il governo italiano deve fare di più condannando l’azione del governo israeliano affinché fermi il massacro di civili; l’opposizione ha ribadito che l’Italia è fra i primi Paesi al mondo per gli aiuti umanitari garantiti alla popolazione palestinese.
Paolo Calvano (Pd) ha sottolineato: “Il governo Netanyahu ha deciso di spazzare via Gaza escludendo la soluzione dei due popoli e due Stati. Questo deve essere impedito. Possono farlo le organizzazioni internazionali, l’Europa, anche se si è mossa tardi, e l’Italia, che non riesce a prendere una posizione reale su ciò che accade nella Striscia. Per questo anche dal basso dobbiamo far partire una mobilitazione che possa arrivare a chi può decidere. Il governo italiano deve assumere una posizione più netta e quindi, con questo atto, auspichiamo di contribuire a quel processo dal basso cui si sommeranno manifestazioni pacifiche a sostegno di popolazioni civili, inermi, che non possono difendersi. Migliaia di bambini stanno morendo e rischiano di essere un macigno enorme sulle nostre coscienze”.
Per Vincenzo Paldino (Civici con de Pascale) “serve condannare posizioni che possono inneggiare alla violenza. Anche la politica ha il compito di spegnere il clima di odio. La Palestina ha diritto a un suo Stato e questo principio non può essere continuamente calpestato dal governo Netanyahu. È doveroso però distinguere tra governo di Israele e popolazione civile: il governo israeliano è riuscito a dilapidare il capitale di solidarietà verso il popolo ebraico. Quella in atto è la volontà di spazzare via la popolazione palestinese con il pretesto di sconfiggere Hamas. L’Europa si è mossa tardi e male, non riesce a esprimere una politica internazionale. Giusto chiedere al governo italiano di fare di più”.
Nicola Marcello (FdI) ha commentato: “Non mi aspettavo da questa risoluzione l’attacco al nostro governo. Ricordo che nella guerra nei Balcani l’allora primo ministro D’Alema offrì le basi italiane alla Nato che andava a bombardare. Attaccare il governo italiano come se fossimo un’altra civiltà ci rende dubbiosi. Il governo Meloni si è distinto per aiuti forniti a Gaza e ha messo in atto l’operazione ‘Food for Gaza’ in collaborazione con la Fao per garantire cibo e sostegno. Inoltre, 181 bambini e quasi mille persone palestinesi, considerando i ricongiungimenti familiari, sono ospitati in Italia. Siamo il primo Paese europeo per aiuti umanitari a Gaza, il quarto al mondo dopo i Paesi musulmani dimostrando solidarietà verso i più fragili”.
Per Ferdinando Pulitanò (FdI): “La stessa Lega araba ha condannato gli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Non dobbiamo limitarci solo a slogan che considero semplicistici e non servono ad affrontare il problema. L’Italia ha sospeso qualsiasi fornitura militare dal 7 ottobre in avanti. Ricordiamo che un milione e 400mila palestinesi vivono in pace nello Stato di Israele. La Spagna ha riconosciuto lo Stato di Palestina ma non è cambiato molto e non è possibile arrivare a questa soluzione fino a quando in quel territorio governa un’organizzazione terrorista. Perorare processi di pace richiede riflessioni serie e non slogan”.
Simona Lembi (Pd) è intervenuta evidenziando: “A Gaza sono in corso azioni criminali del governo israeliano con la complicità di altri governi, anche per posizioni non prese come da parte del governo italiano”.
Per Andra Costa (Pd): “Pur nella limpidezza questa risoluzione è stata scritta per evitare spigolature. C’è bisogno di atti. La reazione di Israele è sproporzionata e c’è bisogno di prendere una posizione, come ha dichiarato Meloni, e la presa di posizione di Tajani sul cambio di passo è importante perché la posizione italiana pesa in Europa. Abbiamo un approccio che ci fa onore in quanto ad aiuti umanitari. E sono altrettanto importanti le recenti dichiarazioni che prendono atto della necessità di un cambio di marcia prendendo atto anche delle sollecitazioni che arrivano dal basso. Le democrazie devono perseguire la giustizia”.
Alberto Ferrero (FdI) ha commentato: “È fondamentale individuare una strada che possa portare a una composizione di questo conflitto. Fratelli d’Italia ha sempre sostenuto il reciproco riconoscimento dei due Stati. Ma riconoscere oggi lo Stato di Palestina comporterebbe dare una valenza ad Hamas che tutti sappiamo è un’organizzazione terroristica. Solo nel momento in cui verrà riconosciuto lo Stato di Israele da parte di tutti gli Stati confinanti che appartengono al mondo arabo si potrà arrivare a una soluzione. Le recenti dichiarazioni del governo rendono di fatto superate una serie di parti di questa risoluzione. Se verranno eliminate ci rendiamo disponibili a votare a favore”.
Per Paolo Trande (AVS): “Cosa fa l’Unione europea e cosa fa l’Italia? Bene le dichiarazioni del presidente del Consiglio di presa di distanza dalle azioni di Israele, ma non di condanna, ma cosa facciamo ora? Il governo deve dare seguito a queste valutazioni. Stiamo assistendo allo sterminio di una popolazione. Israele ha avviato un’operazione di sgombero per poi bombardare le tende che davano riparo ai civili in fuga. Davanti a tutto questo dobbiamo fare il possibile per un cessate il fuoco. Non ci sono dubbi che Hamas sia un’organizzazione terroristica ma ora dobbiamo dare risposte di pace all’emergenza”.
Lorenzo Casadei (M5s) ha aggiunto: “Israele ha esercitato per decenni soprusi sul popolo palestinese. Hamas è stata creata da un clima di invasione che si è consumato per 80 anni. Il governo deve intervenire e non appiattirsi sui valori occidentali. L’Emilia-Romagna non accetta di essere complice e va condannato l’invio di armi partito dal porto di Ravenna. In questa situazione si tratta di condannare un criminale di guerra. Siamo un Paese del G7 e se abbiamo un po’ di potere in mano. Il governo deve mandare messaggi chiari sul piano internazionale”.
Alessandro Aragona (FdI) ha stigmatizzato l’intervento di Casadei definendola “un’invettiva che sembra evocare una spaccatura rispetto a quanto affermato dagli altri colleghi di maggioranza”.
La risoluzione è sottoscritta anche da: Luca Sabattini, Matteo Daffadà, Andrea Costa, Fabrizio Castellari, Maria Costi, Eleonora Proni, Anna Fornili, Niccolò Bosi, Gian Carlo Muzzarelli, Valentina Ancarani (Partito democratico); Simona Larghetti e Paolo Trande (Alleanza Verdi Sinistra); Vincenzo Paldino (Civici con de Pascale); Lorenzo Casadei (Movimento 5 stelle).
(Lucia Paci)



