Governo locale e legalità

Gibertoni (Misto) critica utilizzo derivati per finanziare debito: “Quale la situazione in Regione?”

La consigliera vuole sapere dalla Giunta, in particolare, “quale sia la situazione aggiornata degli strumenti finanziari derivati già utilizzati dalla Regione, quanto siano costati in più rispetto ad altri strumenti di finanziamento del debito e quali le prospettive, in termini economici, per minimizzare le perdite”

“La Regione Emilia-Romagna intende continuare a utilizzare strumenti finanziari derivati per il finanziamento del proprio debito?”.

A chiederlo, con un’interrogazione rivolta all’esecutivo regionale, è Giulia Gibertoni (Misto), che, in particolare, vuole sapere “quale sia la situazione aggiornata degli strumenti finanziari derivati già utilizzati dalla Regione Emilia-Romagna, quanto siano costati in più rispetto ad altri strumenti di finanziamento del debito e quali siano le prospettive, in termini economici, per minimizzare le perdite, come evidenziato, in ultimo, nella ‘Relazione sul rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna-Esercizio 2020’ della Sezione regionale di controllo per l’Emilia-Romagna della Corte dei conti (deliberazione 113 del luglio 2021)”.

“Con il recente decreto legge del 30 dicembre 2021, ‘Direttive per l’attuazione delle operazioni finanziarie’, il Dipartimento del tesoro, sulla base delle informazioni disponibili e delle condizioni di mercato, può effettuare operazioni di gestione del debito pubblico, ricorrendo anche a strumenti finanziari derivati”, si legge nel testo dell’atto ispettivo.

Per la capogruppo, però, “gli strumenti derivati finanziari, nel corso della crisi degli ultimi anni, si sono rivelati pericolosissimi nella gestione finanziaria pubblica italiana (soltanto nel 2013 la spesa per interessi collegata ai derivati è stata di circa 3 miliardi di euro)”. Le leggi finanziarie 2007 e 2008, rimarca, “hanno, infatti, limitato l’utilizzo di strumenti finanziari derivati da parte di regioni ed enti locali e improntato la sottoscrizione dei contratti a criteri di massima trasparenza”.

È opinione diffusa fra gli operatori specializzati, ripete Gibertoni, che “per le operazioni in derivati stipulate in passato e ancora in essere, le informazioni siano ancora incomplete, frammentarie o, per alcuni aspetti, addirittura inesistenti”. Peraltro, aggiunge, “risulta che la Regione Emilia-Romagna avrebbe programmato (nel 2020) un affidamento, attraverso un abbonamento a una piattaforma informatico-finanziaria, al fine di consentire analisi dettagliate del debito per azioni di ottimizzazione finanziaria, accesso alla sala mercati, monitoraggio dei mercati finanziari (tassi, storici, grafici, avvisi e anticipazioni) e valorizzazione del portafoglio di mutui, prestiti, obbligazioni e strumenti derivati”. In più, evidenzia, “la Regione risulta abbia già in essere tre contratti (sottoscritti nel 2004) in strumenti finanziari derivati, per un valore nominale iniziale complessivo pari a circa 473 milioni di euro che, a quanto dichiarato dalla Sezione regionale di controllo della Corte dei conti, i flussi in uscita sarebbero fortemente negativi”.

(Cristian Casali)

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