Modificare e aggiornare la legge regionale 19/2004 sulle sale di commiato, una norma istituita per garantire il rispetto e la dignità dei diritti dei cittadini di fronte a un evento funebre. Una modifica che deve prevedere anche finanziamenti.
Lo chiede la consigliera Francesca Maletti (Partito democratico) in una risoluzione. Nel tempo, afferma la consigliera, i cittadini “hanno modificato il senso comunitario della morte e hanno sollecitato una maggiore “umanizzazione” del funerale, sottraendolo all’istituzionalizzazione propria delle strutture sanitarie o alle difficoltà funzionali e psicologiche che occorrono in caso di decesso in abitazione derivanti dall’obbligo di mantenere in osservazione il corpo del defunto mediamente per due giorni dal decesso”.
In Emilia-Romagna la struttura per il commiato è fruibile da chiunque e favorisce la pluralità dei riti, compresi i funerali laici. “La Regione Emilia-Romagna, tra le prime in Italia- continua Maletti- ha corrisposto al bisogno espresso dai cittadini legiferando in materia, nell’ambito della potestà legislativa concorrente delle Regioni in tema di tutela della salute”. La legge regionale 19 ha previsto due facilitazioni per lo sviluppo: i Comuni promuovono e realizzano il funzionamento e la Regione favorisce, con degli incentivi, un’adeguata presenza sul territorio (oggi sono 20 per lo più nella parte emiliana, esclusa Bologna). “Tali strutture sono state realizzate in assenza delle forme di incentivazione previste dalla legge regionale, come già precisato” nella risposta a una precedente interrogazione.
Da qui l’atto ispettivo per coinvolgere gli enti locali, i gestori, e prevedere finanziamenti, per aggiornare la legge regionale.
(Gianfranco Salvatori)



