Sanità e welfare

Ok da commissione Sanità a bilancio di previsione 2022-2024 della Regione

Una manovra complessiva, per il 2022, che supera i 12 miliardi di euro, di cui 9,8 per la sanità, con 800 milioni di euro in più per rafforzare la rete territoriale

Via libera dalla commissione Politiche per la salute e politiche sociali, guidata dalla vicepresidente Francesca Maletti, al bilancio regionale di previsione per il prossimo triennio, alla legge di stabilità con il collegato e alla nota di aggiornamento al Defr. Sì dalla maggioranza, voto contrario dalle opposizioni.

Luca Sabattini (Pd), relatore di maggioranza, ha spiegato che per la sanità e il welfare “vengono riservate circa l’80 per cento delle risorse a bilancio”. Ha poi riferito sulla necessità di continuare a contrastare la diffusione del Covid, a partire dalle somministrazioni vaccinali, strumento – per il consigliere – “fondamentale collegato anche alla ripartenza economica”. Ha quindi riferito che “l’Emilia-Romagna sarà la locomotiva della ripresa: la crescita prevista è pari al 6,5 per cento”. La scelta, ha ribadito, “è quella di non aumentare la pressione fiscale, oltre a dare priorità assoluta al cofinanziamento della nuova programmazione 2021-2027 (relativamente ai fondi europei), 200 milioni in tre anni”.

Continua, quindi, il rafforzamento del sistema sanitario e ospedaliero dell’Emilia-Romagna, con un investimento di quasi 10 miliardi di euro (800 milioni in più per rafforzare la rete territoriale). Anche i servizi socioassistenziali dedicati agli anziani e alle persone con disabilità gravi e gravissime potranno contare sul fondo regionale per la non autosufficienza: oltre 500 milioni grazie anche alla quota regionale, pari a 89 milioni. A copertura dell’esenzione dal ticket sulle prime visite per le famiglie con più di un figlio a carico, nel 2022 verranno stanziati 8,5 milioni. Programmati anche contributi statali pari a 161 milioni per il nuovo ospedale di Piacenza, quello di Carpi e il reparto materno infantile dell’ospedale di Ravenna (con un cofinanziamento regionale del 5 per cento, pari a 8,5 milioni). Per le politiche di welfare, circa 21 milioni saranno destinati al fondo sociale locale per la programmazione territoriale realizzata dagli enti locali attraverso i piani di zona distrettuali. Previsti anche 700mila euro a sostegno di progetti rivolti all’autismo. Infine, 300mila euro vanno a finanziare il fondo per il reddito di libertà destinato alle donne vittime di violenza.

Maura Catellani (Lega), relatrice di minoranza, relativamente alla nota di aggiornamento al Defr ha commentato che “aggiorna poco”. Ha poi analizzato i vari capitoli del documento, rilevando carenze nel settore della Sanità: “Si parla di potenziamento dei dipartimenti sanitari, poi si specifica che la previsione è di appena un operatore ogni 10mila abitanti”. Sulle politiche di assunzione e stabilizzazione di personale in sanità, ha sottolineato, “non si capisce a che punto stiamo”. Anche sull’incremento dei contratti di formazione medica specialistica “non si comprende l’entità”. Poi, rispetto agli investimenti collegati ai farmaci innovativi oncologici, “è stata fatta- ha evidenziato- una parziale marcia indietro; qualcosa forse non ha funzionato”. “Spariscono poi nel documento 160 milioni per interventi su diverse strutture ospedaliere, perché?”, ha concluso.

Articolato il dibattito che ha visto anche la presentazione di alcuni emendamenti alla nota di aggiornamento del Defr.  Critico Simone Pelloni (Lega), il quale ha rilevato che “alcuni punti sono senza programmazione e altri scompaiono, come i 160 milioni che erano nelle tabelle del 2019 subordinati all’accordo Stato-Regioni. Quei soldi non ci sono più”. Inoltre, per il consigliere, “guardando agli investimenti territoriali (Case della salute e rete ospedaliera), non si vedono passi significativi in avanti. A questi si aggiungono le carenze di strutture fisiche e di beni strumentali: ad esempio, c’è una Tac acquistata ma non ancora installata. E’ vero che la pandemia ha reso tutto più difficile, ma vediamo che quando aumentano i contagi il sistema va in crisi e i reparti ordinari diventano Covid”. Infine, Pelloni ha ricordato come la Giunta abbia puntato su obiettivi legislativi per riformare la sanità, “ma da due anni l’unico intervento legislativo è stato quello di istituire il direttore assistenziale”. In due anni, conclude il consigliere, “sono calati i posti letto residenziali e anche la domiciliarità. Si è fatto un passo indietro nella sanità”.

Lia Montalti (Pd) ha sottolineato come “dopo due anni di pandemia, Regione e Assemblea non si sono mai fermate, prendendo impegni importanti sulle politiche sanitarie e sociosanitarie. Ad esempio, il fondo regionale per la non autosufficienza è importante e stiamo aggiungendo risorse, questa è una risposta data ai cittadini. C’è poi l’esenzione del ticket per le famiglie numerose, la conferma delle risorse per le Aziende servizi alla persona (Asp) per il triennio. Ci sono poi misure che nascono dal lavoro nelle commissioni: iscrizione alle Ausl dei senza fissa dimora che avranno il medico di base e il sostegno a progetti contro l’autismo”. La consigliera dem ha anche evidenziato i progetti “per ospedali nuovi e altri reparti. Ci sono poi politiche di welfare con la nuova programmazione: dovremo ragionare sui servizi territoriali, creare strumenti nuovi, rafforzare la medicina del territorio”.

Per Daniele Marchetti (Lega) “non c’è programmazione per la gestione del Covid né ci sono novità per l’accesso alle prestazioni specialistiche. Il tracciamento dei positivi attraverso la piattaforma big data è un disastro. Il problema riguarda tutte le regioni, è vero, ma le difficoltà non vengono affrontate”. Marchetti propone tre emendamenti: creazione di un data base regionale per l’accesso dei disabili alle Zone a traffico limitato (Ztl); confinanziamento dei corsi, molto richiesti, per operatori sociosanitari, al fine di abbattere i costi di iscrizione; modifiche della legge regionale per la governance dell’ospedale di Montecatone, un ibrido con una Spa al 100% pubblica.

Valentina Stragliati (Lega) propone “di estendere a tutte le Ausl della regione i programmi di oncologia domiciliare sperimentati a Piacenza, dal 2017, grazie al dottor Luigi Cavanna. I risultati sono stati positivi per i pazienti oncologici e oncoematologici, facendo risparmiare loro oltre 3mila km in quattro anni di cure. Sono stati assistiti 1.339 pazienti, a cui sono stati assicurati gli stessi trattamenti che avrebbero avuto in ospedale. Si sono ridotti i disagi per i pazienti e i loro familiari, contenendo anche le spese”.

“La Regione Emilia-Romagna vuole mantenere lo stesso livello dei servizi rivolto alle persone e alle famiglie: un obiettivo di civiltà”, ha poi evidenziato Ottavia Soncini (Pd). Risorse, ha spiegato, “che dal 2019 hanno visto un consistente aumento”. Particolare attenzione, ha quindi riferito, “è riservata ai nuovi bisogni emersi, a partire dal contrasto alle diseguaglianze”. Fondi consistenti poi, ha aggiunto, “vengono rivolti alle politiche abitative”. Un impegno, ha concluso, “anche per i giovani”.

La seduta si è chiusa con l’intervento dell’assessore regionale Paolo Calvano, che ha ribadito come “la manovra si può ritenere espansiva: nel 2022 confermiamo le risorse del 2021, nonostante le minori entrate”. Ha poi rilevato la necessità, a livello nazionale, “di non ridurre nei prossimi anni, rispetto alla fase dell’emergenza collegata al Covid, le risorse in sanità, così come nel sociale”.

(Cristian Casali e Gianfranco Salvatori)

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