Tasse ferme, fondi aggiuntivi per sanità e welfare, conferma delle misure anticrisi. Scontro sull’emendamento sullo screening per la fertilità proposto dalla Lega.
Disco verde della commissione Bilancio e Affari generali presieduta da Massimiliano Pompignoli al “pacchetto Bilancio 2023” (bilancio di previsione e collegato) proposta dalla giunta e che ora, dopo l’iter nelle commissioni, sarà oggetto della discussione e del voto in Assemblea legislativa.
Il dibattito si è infuocato quando è arrivato in discussione l’emendamento, respinto al momento del voto, di Daniele Marchetti (Lega) relativo alla possibilità di permettere alle giovani coppie di fare uno screening sulla fertilità che ha provocato dure reazioni di Movimento 5 Stelle e Pd.
“La consigliera Piccinini l’ha definita una proposta aberrante; la consigliera Francesca Marchetti (Pd) l’ha definita antidemocratica e contro le donne: spero che chi mi ha criticato non abbia letto in modo sommario la proposta, altrimenti vuole dire che non l’ha capita”, punge il leghista Daniele Marchetti, per il quale “non è obbligatoria quindi non è antidemocratica, non è contro le donne perché riguarda anche gli uomini. È uno screening come tutti gli altri che si fanno e il nome stesso ‘chiamata attiva’ è identico a quello che viene utilizzato per il test contro l’epatite. Il fatto è che la sinistra è contro le politiche sulla natalità e così ne ha paura. La mia proposta, semplicemente, dà la possibilità alle coppie di verificare per tempo, invecchiando, hanno problemi legati alle fertilità. Se la maggioranza parla di schedatura su questo tema vuol dire che non ha fiducia nel Servizio Sanitario Regionale. La mia è una proposta di buon senso, che dà opportunità: se per la maggioranza è un problema ideologico perché non vuole parlare di natalità, il problema è della maggioranza e non certo mio”.
Netta la replica di Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) per il quale “la proposta della Lega non è paragonabile a quanto avviene per lo screening sull’epatite: non c’è nulla di cura preventiva e già oggi chi volesse sottoporsi a esami sulla fertilità lo può fare. Trovo strano che si voglia finanziare lo screening sulla fertilità sottraendo risorse alla cooperazione internazionale”.
Sulla stessa linea Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) per la quale “la Lega vuole uno screening per la fertilità di stato. Le donne non sono macchine per procreare: è un approccio che non tiene conto dei grandi problemi che riguardano la natalità, i cui veri nemici sono la precarietà e la difficoltà a conciliare i tempi di vita e lavoro”.
Parole a cui ha replicato Maura Catellani (Lega): “Cosa c’entra la precarietà con la fertilità? Daniele Marchetti ha spiegato che non c’è alcuno screening di stato, ma solo su base volontaria”.
Contraria alla proposta della Lega, Francesca Marchetti (Pd) per la quale “siamo tutti per tutelare la fertilità, ma la Lega, invece che precipitarsi a proporre in modo abborracciato un modello di screening, poteva avviare una riflessione e valutare l’efficienza e l’efficacia degli interventi proposti dato che non esiste una letteratura scientifica sui 26enni e la fertilità. Inoltre, poteva tenere presente che la Regione Emilia-Romagna fa già molto per la salute riproduttiva. Invito la Lega ritiri l’emendamento e a discutere dell’argomento in commissione Sanità”.
La commissione ha dato parere favorevole anche alla Nota di aggiornamento del Defr approvando alcuni emendamenti della giunta, della maggioranza e anche alcuni della stessa minoranza, in alcuni casi (come in quello della leghista Catellani) subemendati dalla maggioranza. Nel merito, Valentina Castaldini (Fi) ha chiesto di potenziare l’ufficio della Regione a Bruxelles e risolvere i problemi degli studenti-atleti e dell’alloggio per gli studenti universitari fuori sede. La pentastellata Silvia Piccinini, invece, ha presentato un pacchetto di emendamenti, che sono stati approvati, a sostegno dell’inserimento lavorativo delle persone in condizione di povertà. Approvati anche gli emendamenti della giunta che hanno recepito alcune modifiche dei dati macroeconomici e una modifica sugli investimenti in sanità, che aumentano di 70 milioni di euro rispetto alla prima versione del documento.
(Luca Molinari)