Sì alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla costituenda associazione internazionale non profit con sede a Bruxelles “Vanguard Initiative for new growth through smart specialization”. L’Assemblea legislativa ha approvato a maggioranza (favorevoli Pd, Sel, M5s; astenuti Lega nord, Fi, Fdi-An) il progetto di legge che autorizza la Giunta regionale a procedere all’adesione e definisce l’importo massimo della quota di partecipazione regionale in 25 mila euro all’anno.
“Con questa legge– ha spiegato il relatore Massimo Iotti (Pd)– si aderisce ad una associazione che conferisce una veste giuridica alla rete internazionale nata nel 2013, della quale attualmente fanno parte le 30 Regioni europee più avanzate”. Obiettivo della ‘Vanguard initiative’ è quello di perseguire le linee più significative della strategia europea Smart Specialisation Strategy (S3) e facilitare l’accesso ai fondi europei per incentivare percorsi di innovazione. Così da promuovere una migliore omogeneità tra le Regioni europee, attuando sinergie tra quelle che presentano le stesse specializzazioni. Si tratta di un obiettivo a carattere strettamente strategico– ha chiarito Iotti– di grande interesse per grandi e piccole imprese dell’Emilia-Romagna che si concretizzerà con il coinvolgimento dell’Università e del Cnr. Il vantaggio che ne deriva– ha spiegato– è quello di disporre di uno strumento che guarda alle esigenze delle aziende ad alto contenuto tecnologico e ci consente di essere alla pari con le Regioni europee più sviluppate”.
Sulla cosiddetta ‘Energy offshore’, la prima delle cinque azioni guida della Vanguard initiative riguardante “le fonti energetiche in ambienti ostili”, come quello marino, l’Assemblea legislativa ha anche approvato un ordine del giorno a firma di Andrea Bertani del Movimento 5 Stelle (favorevoli Pd, Sel, M5s; astenuti Lega nord, Fi, Fdi-An). L’atto impegna la Giunta regionale ad indirizzare e concentrare le attività di ricerca “esclusivamente verso settori ed aspetti suscettibili di ricadute nell’ambito delle energie rinnovabili”. E in particolare sulle opportunità di conversione delle eccellenze industriali “oil and gas offshore”, cioè le piattaforme installate in mare per la ricerca di idrocarburi.
“Dobbiamo dire con chiarezza – ha spiegato Bertani – che per quanto riguarda la ricerca sull’energia offshore siamo interessati solo alla riconversione delle piattaforme il cui uso va ripensato. Diciamo no a nuove concessioni di estrazione – ha ribadito – ricordando che il settore è in crisi e che già i promotori del ‘referendum sulle trivelle’ (che non raggiunse il quorum) avevano ribadito la necessità di un nuovo uso delle piattaforme in chiave ‘green’”.
D’accordo sul documento anche Iotti che ha annunciato voto favorevole: “E’ bene chiarire che lo scopo della ricerca in questo ambito -ha detto- è quello sulle fonti rinnovabili per un’auspicata riconversione delle piattaforme”.
(Isabella Scandaletti)