Il disciplinare per il rilascio e l’esercizio dei titoli minerari per la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi (decreto del ministero dello Sviluppo economico 7 dicembre 2016) deriva da una norma (decreto legge 133 del 2014) giudicata, dalla Corte costituzionale, incostituzionale (sentenza numero 170 del 23 maggio 2017), la Giunta ricorra quindi al Capo dello Stato. A chiederlo, attraverso una risoluzione rivolta all’esecutivo regionale, sono i cinque consiglieri del Movimento 5 stelle, prima firmataria dell’atto Giulia Gibertoni.
L’incostituzionalità, spiegano gli esponenti pentastellati, “riguarda l’articolo 38, comma 7, del decreto legge 133 del 2014, nell’atto non si prevede un adeguato coinvolgimento delle Regioni nel procedimento finalizzato all’adozione del decreto del ministero dello Sviluppo economico che, appunto, stabilisce le modalità di conferimento del titolo concessorio unico, nonché le modalità di esercizio delle relative attività”. Il censurato comma, proseguono, “incide dunque sulla materia di competenza concorrente ‘produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia’, cui ricondurre le attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi sulla terraferma”.
Diversi sono gli atti presentati dal M5s sul tema della ricerca e della coltivazione di idrocarburi nelle province di Modena e Reggio Emilia e nel territorio romagnolo.
La risoluzione è stata firmata anche da Andra Bertani, Silvia Piccinini, Gian Luca Sassi e Raffaella Sensoli.
(Cristian Casali)