La maggioranza parla di “una rivoluzione”, nel segno del rispetto dell’ambiente, della raccolta differenziata, del riutilizzo e di un nuovo sistema di tariffazione basato sui rifiuti effettivamente conferiti. Dalla minoranza si riconosce la bontà degli obiettivi ma restano i dubbi sugli strumenti previsti per centrarli: “Il provvedimento rimane un’anatra zoppa”. Nel pomeriggio di oggi, in Assemblea legislativa è cominciato il dibattito sul progetto di legge d’iniziativa della Giunta che ha per titolo “Disposizioni a sostegno dell’economia circolare, della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata”, che riforma la Legge regionale 31/1996. Il voto finale è previsto nellaseduta di domani.
Identificato come testo base quello d’iniziativa della Giunta, gli sono stati abbinati due progetti di legge d’iniziativa dei Consigli comunali: il primo è partito dai Comuni di Monteveglio, Sasso Marconi, Crespellano, Castello d’Argile, Forlì, Tredozio e Montechiarugolo; il secondo dai Comuni di Galeata, Bertinoro, Savignano sul Panaro, Monte San Pietro, Medicina e Bazzano.
Sui 10 articoli, sono stati depositati 57 emendamenti e 4 ordini del giorno.
Illustrati dalla relatrice di maggioranza, Lia Montalti (Pd), ecco i principali contenuti della nuova legge.
Si punta a ridurre la produzione pro capite dei rifiuti urbani dal 20 al 25% rispetto a quanto prodotto nel 2011; a minimizzare il quantitativo di rifiuto urbano conferito in discarica (meno di 150 chilogrammi annui per abitante); a raggiungere almeno il 73% di raccolta differenziata; a riciclare almeno il 70% di alcune materie (carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico).
Nelle intenzioni dell’esecutivo regionale, il concetto chiave della nuova legislazione regionale in materia di rifiuti si può sintetizzare con lo slogan “chi inquina paga”. Si agisce sulla cosiddetta “ecotassa”, il tributo speciale per il conferimento in discarica, con un aumento del 20% che scatterà il primo gennaio 2017. Contestualmente, comincia il percorso che porterà alla “tariffazione puntuale”: entro il 2020 si pagherà in base all’effettivo servizio erogato (i rifiuti effettivamente conferiti) e non più in base ai metri quadri dell’abitazione o al numero dei componenti della famiglia. Il principale criterio di efficienza sul quale valutare i vari sistemi di gestione sarà la riduzione dei rifiuti non inviati a riciclaggio, premiando i Comuni che invieranno meno rifiuti in discarica rispetto al dato medio regionale. Questo parametro sarà assunto anche per ripartire il fondo incentivante, tenendo conto degli “abitanti equivalenti” (oltre ai residenti, i cosiddetti city users). La disciplina dei sistema di raccolta dei rifiuti rimane prerogativa dei Comuni.
Le materie raccolte in modo differenziato dovranno essere conferite in impianti in grado di favorirne la massima valorizzazione economica e ambientale; la scelta di tali impianti andrà effettuata tramite gara pubblica. Fino al 31 dicembre 2019 il fondo di incentivazione alla prevenzione e riduzione dei rifiuti verrà destinato per metà a diminuire il costo del servizio di igiene urbana degli utenti dei Comuni che nell’anno precedente hanno prodotto quantitativi di rifiuti non inviati a riciclaggio inferiori al 70% della media regionale registrata, e per l’altra metà a ridurre i costi di avvio della raccolta porta a porta, o sistemi equipollenti, capaci di analoghi risultati di riduzione dei rifiuti non destinati a riciclaggio. Infine, si stabilisce che gli strumenti incentivanti previsti dalla nuova normativa prevedano premialità per le imprese che innovino il ciclo produttivo e prodotti per ridurre la produzione di rifiuti.
Il relatore di minoranza, Stefano Bargi (Ln) ha affermato di “condividere i principi della legge”, ma di mantenere “forti elementi di perplessità sulle scelte concrete, gli strumenti individuati per raggiungere gli obiettivi”. Intanto, “manca un Piano di gestione dei rifiuti, senza il quale questa normativa risulta zoppa. Poi, si finge di dimenticare che l’attuale situazione nella raccolta dei rifiuti è estremamente varia sul territorio regionale, e si palesa una forte contraddizione fra il fare leva su immediati comportamenti virtuosi, e il promettere vantaggi futuri: l’ecotassa aumenta dal 2017, la tariffazione puntuale dal 2020”. Sulla tariffa puntuale, inoltre, “sarebbe opportuno introdurre meccanismi sperimentali, in Comuni campione, per arrivare a definire le modalità di applicazione”. Inoltre, “manca uno studio dell’impatto economico di questa legge, in particolare con l’aumento dell’ecotassa, che già oggi è fra le più alte d’Italia, con il rischio che le imprese si convincano a smaltire i propri rifiuti in altre regioni”. Ancora, i premi ai Comuni andrebbero elargiti “sulla base della ‘purezza’ delle materie ottenute per via della raccolta differenziata, anziché su ingannevoli calcoli percentuali. Per cambiare la mentalità di cittadini e imprese- ha concluso Bargi- serve agire con il bastone e la carota, premiando i comportamenti virtuosi con misure economiche di immediato impatto”.
Per il Gruppo del Pd sono intervenuti numerosi consiglieri.
Giuseppe Paruolo ha parlato di “un significativo salto di qualità culturale: la questione dei rifiuti viene affrontata dalla Regione i termini inediti, ponendo il problema del ciclo di vita dei materiali. Questa Regione sa di essere all’avanguardia e di non dover affrontare situazioni emergenziali, ma non chiude gli occhi di fronte alle criticità, e progetta uno sviluppo economico in equilibrio con la tutela dell’ambiente”.
Da Silvia Prodi è venuto il riconoscimento “del lungo percorso democratico e partecipativo che è alla base di questa legge. Un sistema di incentivi e disincentivi è indispensabile per mutare abitudini consolidate e conseguire concreti vantaggi per cittadini e imprese. Ma queste misure poggiano su un rilevatissimo cambiamento d’ottica, che guarda a una società sostenibile, in grado di minimizzare gli sprechi e ridurre il numero di discariche e inceneritori”.
Passare “da un modello economico di tipo lineare, ormai insostenibile, a un modello circolare”, ha detto Valentina Ravaioli, “significa agire a vari livelli, massimizzando il recupero di materia e premiando i Comuni più virtuosi. La massima responsabilizzazione dei cittadini può derivare dalla tariffazione puntuale. E la massima efficienza è ottenibile separando i soggetti che raccolgono i rifiuti da quelli chiamati a smaltirli correttamente”.
Paolo Zoffoli ha innanzitutto ricordato “l’esperimento quasi decennale di Forlimpopoli nella raccolta porta a porta”, affermando che “questa legge porta finalmente a compimento tante iniziative lodevoli assunte in varie parti del territorio regionale. E finalmente- ha aggiunto- si potranno premiare i comportamenti virtuosi. Questo traguardo apre una nuova partita, in cui ognuno deve sentirsi impegnato nel raggiungimento degli obiettivi”.
Di “passo avanti molto significativo” ha parlato anche Massimo Iotti, convinto che ne siano consapevoli “anche coloro che avanzano critiche e denunciano insufficienze. La tariffazione puntuale e i Centri comunali per il riuso saranno gli strumenti cruciali per raggiungere obiettivi ambiziosi, e anche gravosi, che troveranno coerenza nel prossimo Piano di gestione dei rifiuti. In quella sede ci si dovrà preoccupare di rendere più omogeneo il servizio fornito ai cittadini, con prestazioni e tariffe sempre più simili”.
Barbara Lori ha rimarcato i successi, in ambito di raccolta differenziata, nel territorio regionale, sottolineando “come in Emilia-Romagna vi siano molte realtà che hanno intrapreso percorsi impegnativi e ottenuto risultati assai rilevanti. In particolare, in provincia di Parma nove Comuni applicano già oggi la tariffa puntuale”. Ha concluso rilevando che “con il porta a porta e la tariffa puntuale i costi per la raccolta dei rifiuti diminuiscono”.
Anche Marcella Zappaterra ha tenuto a ribadire che questa legge “raccoglie le istanze dei Comuni, delle associazioni ambientaliste e di tutti coloro che da tempo sono sensibili a queste tematiche”. Ha poi rilevato che “con il potenziamento dell’Agenzia territoriale per i servizi idrici e rifiuti (Atersir) si potranno rafforzare i rapporti con le amministrazioni comunali e il potere contrattuale nei confronti dei gestori del servizio”. Ha altresì proposto “il coinvolgimento della stessa Atersir al fine di promuovere, nei singoli territori, indagini sulla soddisfazione degli utenti per il servizio fornito dai gestori”.
Gian Luca Sassi e Andrea Bertani sono intervenuti per il Gruppo M5s, che auspicava una strategia “ancora più netta e coraggiosa, sintetizzata nell’orizzonte rifiuti zero”, ma “questa riforma ha contenuti molto apprezzabili, su cui si intende agire con ulteriori proposte di emendamento e ordini del giorno”. “È vero che questa Regione ha evitato gestioni emergenziali nello smaltimento dei rifiuti, ma ciò è avvenuto anche al prezzo di un forte inquinamento atmosferico”. Per gli esponenti M5s “restano strane ambiguità sui cosiddetti sistemi equipollenti al porta a porta nella raccolta differenziata, e occorre chiarire che le scorie degli inceneritori non vanno confuse con i sottoprodotti”. Inoltre, “manca una precisa quantificazione dell’entità del fondo incentivante che si va a costituire e non si comprende la ragione del minimo scarto teorizzato fra gli obiettivi della raccolta differenziata e del recupero di materia”. Ed entrambi i consiglieri hanno richiamato “la necessità, anche simbolica, di dare segnali per prevenire la produzione di merci destinate a diventare rifiuti”.
Igor Taruffi (Sel) ha manifestato “un convinto apprezzamento per i contenuti di questa riforma, che dovrà riorientare i contenuti operativi del Piano rifiuti, adottato dalla Giunta nell’inverno 2014 e mai approvato dall’Assemblea”. Ha poi detto che “la tariffazione puntuale potrà partite ben prima del 2020 nei Comuni che saranno pronti a introdurla”. Sua convinzione, “sempre più condivisa, è altresì quella che occorra agire per una netta separazione fra i soggetti che effettuano la raccolta e chi si occupa dello smaltimento. La prospettiva- ha concluso- è di ridurre il numero di discariche e di inceneritori, sfuggendo anche ai condizionamenti delle aziende multiutilities”.
(rg) (cc)