La notizia dell’avvio di una inchiesta della Procura di Bologna in merito ai rendiconti dei costi di gestione dei rifiuti nel bacino di competenza di Hera spa per fare luce “sugli scostamenti, in taluni casi molto consistenti, tra costi e ricavi evidenziati da alcuni Comuni del bolognese”, è oggetto di una interrogazione presentata da Galeazzo Bignami, primo firmatario, ed Enrico Aimi (Fi).
L’inchiesta, spiegano i consiglieri, riguarda il periodo che va dal 2013, anno in cui si decretò il passaggio da Tia (Tariffa igiene ambientale) a Tares (Tassa rifiuti e servizi), al 2015, quando Tares si trasformò in Tari (Tassa rifiuti), e nell’ambito delle indagini” alcuni funzionari di diversi Comuni- si legge nell’atto ispettivo- sarebbero già stati sentiti dai carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico)”. Atersir (Azienda territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti), dal canto suo, riportano gli esponenti di Fi, “sembrerebbe aver già chiarito la propria posizione al riguardo affermando che il servizio di gestione rifiuti è articolato sulla base di bacino o ambito ottimale” e lo stesso sindaco di Castello d’Argile (Bo), quale coordinatore del Consiglio locale di Atersir, “avrebbe ribadito più volte, a mezzo stampa, che Atersir avrebbe operato ‘spalmature’ di crediti e debiti sul bacino di competenza di Hera, operazione assolutamente legittima”. Contrariamente ad Atersir, proseguono i consiglieri, i sindaci dei Comuni che hanno pagato molto di più rispetto al costo sostenuto da Hera, fra i quali Imola, Castel San Pietro Terme, Castel Guelfo e San Lazzaro di Savena (“quest’ultimo avrebbe versato 1,3 milioni più del dovuto”), affermano che la Tares, poi Tari, “sarebbe una tassa locale e quindi andrebbe calcolata sulla base degli effettivi costi sostenuti nel territorio comunale”.
Pertanto, Bignami e Aimi chiedono alla Giunta “se sia a conoscenza dei fatti esposti e quale giudizio se ne dia” e se ritenga “che Atersir possa emettere un parere imparziale su questa vicenda o se, viceversa, non si ritenga opportuno chiedere un parere a un soggetto terzo”. Domandano, inoltre, “se non si ritengano quantomeno frettolose e fuorvianti le dichiarazioni del sindaco di Castello d’Argile, quale coordinatore del Consiglio locale di Atersir, in una fase di indagine giudiziaria e se si ritenga legittima la posizione di Atersir volta a giustificare la ‘spalmatura’ di debiti e crediti richiamando la nozione di bacino ottimale senza specificare che non corrisponde all’ex ATO 5 Bologna, l’intera provincia, ma solo al bacino di competenza di Hera spa”. Chiedono, infine, “come si valuti l’azione che sembrerebbe voler intraprendere il Comune di San Lazzaro di Savena, vale a dire la non corresponsione a Hera della Tari 2015″, e nel caso “se Hera spa sarà tenuta a erogare il servizio su quel territorio per il 2016”, e sulla base “di quali criteri, informazioni, valutazioni, dati, stime siano elaborati i PEF (Piani economico finanziari) su cui poi si fondano i pagamenti effettuati ad Hera”.
(Tutti gli atti consiliari – interrogazioni, interpellanze, risoluzioni, progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(lg)