“Scelte contraddittorie, politiche in contrasto tra loro e la consuetudine di rispondere sempre ‘sì’ ai privati: per questo chiedo che l’assessora Paola Gazzolo venga a riferire in commissione Ambiente anche perché oggi in Aula la sua risposta era gravemente incompleta”. È l’epilogo della discussione tra la consigliera Giulia Gibertoni del Movimento 5 stelle e la titolare dell’assessorato all’ambiente della Regione Emilia-Romagna. Il tutto durante il question time dedicato all’interrogazione, presentata dalla pentastellata, sulla richiesta di ampliamento della discarica di via Cavazza a Modena da parte di Herambiente: la multiutility vorrebbe che l’impianto abbia la possibilità di smaltire più rifiuti passando quindi dalle attuali 58.000 tonnellate l’anno alle 70 e che i limiti allo scarico in pubblica fognatura autorizzati vengano rivisti verso l’alto.
Botta e risposta. “La richiesta di aumento di 12.000 tonnellate all’anno per l’impianto di via Cavazza, presentata da Hera- ha esordito la consigliera- è in palese contrasto con le strategie regionali in tema di rifiuti visto che, per lo meno a parole, nel piano regionale prevedete una società che veda il rifiuto come una risorsa, riducendo progressivamente il ricorso alla discarica totalmente. La richiesta quindi è totalmente immotivata, infondata e andrebbe respinta senza pensarci due volte”. Affermazioni cui Gazzolo ha ribattuto sottolineando che “la legge non ammette alcuna discrezionalità nella valutazione delle richieste di assoggettamento della procedura di screening, e per fortuna è così: si tratta di un principio dello stato di diritto. La norma nazionale è chiara. A fronte di un’istanza completa, come in questo caso, vige l’obbligo di valutarla. La Regione con Arpae Sac di Modena e tutti i soggetti competenti lo faranno in totale rigore e trasparenza”. E poi ha lanciato l’affondo: “Le analisi nel merito per valutare l’esito della procedura di screening vengono effettuate da Arpae che farà poi un’istruttoria in cui non si valutano i pregiudizi ma osservazioni e giudizi nel merito. Se la consigliera è convinta dei suoi pregiudizi, li trasformi in osservazioni come può farlo ogni cittadino”.
Risposta poco gradita dalla consigliera che documenti alla mano ha poi lanciato il guanto di sfida: “Venga a riferire in commissione visto che il 3 luglio avete approvato una delibera di giunta in cui aumentate le previsioni del piano regionale per la gestione dei rifiuti. Venga a riferire sul perché Modena diventa il luogo strategico, a ‘livello logistico’ come scrive Herambiente, per lo smaltimento dei rifiuti. Ferrara, Modena e Bologna avevano accordi sul turismo, non mi sembra che li avessero sui rifiuti. Eppure, dal progetto preliminare di Herambiente, si legge che la discarica di via Cavazza ha un ruolo centrale ‘per il trattamento di percolati delle discariche di Modena, Finale Emilia, Zocca, Montefiorino, Fanano, Pievepelago, delle discariche esaurite di Ferrara e di Sant’Agata Bolognese, Bentivoglio, Galliera e Guelfa-Bologna’. Venga infine a riferire perché per i privati c’è sempre una corsia preferenziale e perché gli rispondete sempre ‘sì'”.
L’impianto di via Cavazza. Attualmente la discarica di via Cavazza ha una superficie di 150.000 metri quadrati e comprende l’impianto chimico-fisico, che è oggetto della richiesta di incremento, il termovalorizzatore e il depuratore biologico (entrambi non oggetto di verifica). È autorizzato a trattare i rifiuti speciali liquidi pericolosi e non pericolosi che arrivano trasportati dalle autobotti. Ne può smaltire 58.000 tonnellate l’anno di cui 18.000 arrivano dal trattamento di percolato di discarica e acque di scarto. Ha due linee di produzione indipendenti che funzionano una in alternativa all’altra.
(Andrea Perini)