Continua in commissione Territorio, Ambiente, Mobilità, presieduta da Manuela Rontini, l’esame del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti (Prgr), adottato dalla Giunta con la Delibera n. 1 dell’8 gennaio 2016. La commissione è chiamata a esprimersi sulle controdeduzioni dell’esecutivo regionale alle osservazioni presentate al Piano.
Poiché le osservazioni sono 982, formulate da 103 soggetti diversi, si è reso necessario definire un metodo con cui organizzare la discussione e arrivare all’espressione del voto. Già nella seduta scorsa si è proceduto identificando una dozzina di macro-temi, e accorpando per ognuno le osservazioni presentate e le risposte della Giunta.
Oggi si è provveduto all’esame delle osservazioni e relative controdeduzioni riferite a tre questioni: costi derivanti dal Piano, monitoraggio degli esiti, introduzione della tariffa puntuale (84 in tutto i documenti valutati, di 35 soggetti diversi). Del metodo fa parte la scelta di procedere a quattro votazioni distinte, sulle osservazioni divise nei seguenti gruppi di risposte: accolte, parzialmente accolte, respinte, non pertinenti.
In merito ai temi discussi, voto favorevole alle controdeduzioni della Giunta è stato espresso dai consiglieri Pd, così come dai consiglieri di Sel, con 2 eccezioni (voto contrario). Voto contrario dei consiglieri M5s, con 20 eccezioni (astensione). No anche da Fdi-An, con 7 eccezioni (a favore). Si è detta contraria anche la Ln, con 7 eccezioni (a favore).
Giovedì prossimo, 10 marzo, la commissione sarà riconvocata per procedere all’esame di altri macro-temi e relative osservazioni.
La novità più significativa che sta emergendo consiste nell’ipotesi di presentare un emendamento al Piano rifiuti, sostenuta dal relatore di maggioranza Luca Sabattini (Pd), per introdurre un Osservatorio sui costi, “che metta in relazione dati provenienti da fonti diverse, e consenta di valutare le scelte tecniche e gestionali e i loro impatti sui costi di smaltimento e sulle tariffe, domestiche e non”. Il relatore ha poi ricordato che “la Regione indica l’obiettivo ma non può imporre ai Comuni come raggiungerlo, o quale tipologia di raccolta differenziata attuare”. Piuttosto, si è fatta la scelta di inserire nella L.r. 16/2015 “un fondo incentivante per i Comuni virtuosi, quelli che stanno ampiamente sotto la media regionale sulla quantità di rifiuti da smaltire in forma indifferenziata”.
Il relatore di minoranza Stefano Bargi (Ln) ha ribadito che “questo Piano avrebbe dovuto prevedere un’applicazione graduale della tariffa puntuale dopo le sperimentazioni in alcuni Comuni e le opportune correzioni di rotta alla luce dell’esperienza fatta, per avere la garanzia di risultati in grado di motivare i cittadini”. Inoltre, “senza una drastica separazione fra chi raccoglie e chi smaltisce, nessuno degli obiettivi del Piano potrà essere raggiunto”.
Per Gian Luca Sassi (M5s), molte osservazioni hanno ricevuto “risposte sommarie, non sufficientemente motivate, e il Piano riveduto e corretto, rispetto a quello adottato dalla giunta Errani, non appare all’altezza delle sfide lanciate con la Legge regionale 16/2015”. Il Piano, inoltre, “manca in un punto essenziale, perché dovrebbe almeno consigliare i Comuni, soprattutto quelli di minori dimensioni, sui metodi di raccolta più efficaci per raggiungere gli obiettivi”.
“Molte fra le osservazioni pervenute sono interessanti”, ha detto Massimo Iotti (Pd), ma “spesso risultano tecnicamente impossibili da inserire in questo atto di pianificazione”. Il Piano Rifiuti raccoglie tutti gli obiettivi della L.r. 16/2015, “dunque non è affatto in contraddizione. Quanto alla tariffa puntuale, non si tratta di imporre obblighi, tantomeno immediati, ma di identificare la leva fondamentale per ridurre i costi a carico di cittadini e imprese”.
Secondo Tommaso Foti (Fdi-An), “questo Piano manca di un’adeguata disciplina degli incentivi, come prevede la legislazione nazionale, e sulla tariffa puntuale vari soggetti nell’audizione convocata dalla commissione hanno posto questioni serie, rimaste senza risposta”. Nell’udienza si sono ascoltate “anche affermazioni, mai smentite, secondo le quali i dati sui costi effettivi di smaltimento sarebbe assai diversi da quelli presi a base dell’atto pianificatorio, e nessuno può escludere che venga avanzato ricorso per la mancata ripubblicazione del Piano, riveduto e corretto rispetto a quello adottato nel febbraio 2014”.
(rg)