Scuola giovani e cultura

Rimini e Romagna Capitale della cultura 2026, sì alle iniziative per sostenere il progetto

La commissione ha approvato all’unanimità una risoluzione del Partito democratico per promuovere il coinvolgimento di tutta Romagna colpita dall’alluvione di maggio

Sì alla promozione della Romagna all’interno dell’offerta di “Rimini Romagna Capitale italiana della cultura 2026”, al fine di valorizzare il patrimonio culturale e diffondere le ricadute positive dell’evento su tutto il territorio romagnolo. La commissione Cultura, presieduta da Francesca Marchetti, ha dato il via libera all’unanimità a una risoluzione del Partito democratico a firma di Nadia Rossi (prima firmataria), Francesca Marchetti, Marilena Pillati, Massimo Bulbi, Luca Sabattini, Mirella Dalfiume, Marcella Zappaterra, Manuela Rontini, Marco Fabbri. Con l’atto politico si impegna la giunta a sostenere in tutte le sedi opportune la candidatura di Rimini e della Romagna quale Capitale italiana della cultura per il 2026.

“L’assegnazione del titolo -ha sottolineato Rossi- rappresenterebbe per Rimini, per la sua provincia e per tutta la Romagna un’occasione importante di valorizzazione della rete istituzionale, economica, sociale, culturale e infrastrutturale dei territori coinvolti, peraltro duramente colpiti dall’alluvione di maggio 2023, delineando un piano strategico della Romagna, non solo culturale. Il titolo di Capitale italiana della cultura è un riconoscimento capace di dare grande impulso per la crescita economica e la valorizzazione del territorio e come motore turistico dall’entroterra al mare, attraverso i borghi, i percorsi naturalistici, enogastronomici, cicloturistici, nonché storici e culturali, con i grandi eventi teatrali, musicali, di partecipazione.”.

“Il titolo del progetto -ha ricordato la consigliera- è ‘Vieni oltre. Qui e ora’. In Romagna vieni oltre significa vieni qui. E in questo caso vuole dire anche vieni con noi, oltre le convenzioni, oltre l’idea di turismo di massa, in una città che ha rigenerato la sua offerta culturale. Rimini è diventata anche uno spazio di rigenerazione urbana, sport e collettività. Dopo mesi duri come quelli trascorsi a maggio si tratta di un’occasione importante di valorizzazione della rete economico-sociale e culturale della Romagna”.

La risoluzione è stata accolta favorevolmente da tutte le forze politiche.

Per Luca Cuoghi (Fratelli d’Italia) “quella di sostenere la candidatura di Rimini è la direzione giusta. Bene mettere in campo tutte le azioni che possono far diventare la città romagnola Capitale italiana della cultura 2026”.

Matteo Montevecchi (Lega) ha sottolineato: “Siamo d’accordo con il contenuto della risoluzione e l’impegno rivolto alla giunta. Per Rimini e per tutto il territorio romagnolo rappresenterebbe motivo di orgoglio e una spinta per l’economia e il turismo locale”.

Francesca Maletti (Partito democratico) ha aggiunto: “Condividiamo pienamente la proposta e la motivazione. Per Rimini e per gli altri enti locali rappresenta una grande possibilità da un punto di vista turistico e culturale”.

L’assessore alla cultura Mauro Felicori ha evidenziato che “Rimini ha fatto un ottimo lavoro. Dopo la candidatura, l’alluvione ha fornito ulteriore motivazione a una città sottovalutata dal punto di vista culturale. Oltre alla Rimini romana e a quella di Fellini c’è la Rimini medievale e rinascimentale con esempi mirabili come il tempio malatestiano, capolavoro di Leon Battista Alberti, che all’interno custodisce un’importante opera di Piero della Francesca. Dunque, è una candidatura fortissima e aver stretto un patto con le città alluvionate che vogliono rinascere dopo l’alluvione dà ancora più forza al progetto. Chiederò un incontro al sindaco di Rimini e terrò aggiornata la commissione sui passi che faremo”.

La presidente Marchetti, sottolineando “l’importanza dell’unanimità per dare forza alla proposta”, ha accolto l’invito della consigliera Rossi a organizzare una commissione itinerante a Rimini, in virtù del valore che la città rappresenta nella dimensione culturale”.

(Lucia Paci)

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