Ambiente e territorio

Via libera alla riqualificazione dell’ex colonia Enel di Rimini

L’Assemblea legislativa ha approvato la variante cartografica proposta dalla giunta che permette di procedere con il progetto presentato dal Comune di Rmini

Nuova vita all’area della ex colonia Enel di Rimini: al suo posto uno spazio verde e servizi per i cittadini. L’Assemblea legislativa ha approvato la variante cartografica proposta dalla giunta che prevede di “declassare” l’edificio da “Colonia marina di interesse storico-testimoniale di limitato pregio architettonico” a “Colonia priva di interesse storico-testimoniale” permettendo così di procedere con il progetto di riqualificazione dell’area presentato dal Comune romagnolo nell’ambito del Piano dell’arenile.

Nel solco della legge regionale 24/2017, senza modificare gli obiettivi della pianificazione regionale e provinciale, si amplia la gamma di azioni che l’amministrazione comunale potrà mettere in atto come il recupero di spazi verdi e di servizi oltre al miglioramento della viabilità. Sarà possibile anche la demolizione del fabbricato rendendo più fruibile l’area.

Nadia Rossi (Pd) ha sottolineato: “La delibera è stata portata avanti in modo coordinato e veloce col Comune di Rimini. La Regione ha mantenuto le tempistiche promesse nella commissione Territorio riunita in trasferta proprio nel comune romagnolo a fine maggio. Il provvedimento riguarda un tema molto delicato per la costa. È necessario ridisegnare la destinazione di queste strutture che non possono rappresentare un buco nero, alla luce degli investimenti fatti per riqualificare la costa e le strutture alberghiere. E’ importante che nella prossima legislatura quest’Aula ripensi al tema colonie per valorizzare la nostra costa. L’ex colonia Enel sarà demolita e al suo posto sarà realizzato uno spazio verde con servizi, perfettamente integrato col Parco del mare”.

La colonia ex Enel, costruita nel 1950, presenta caratteristiche solo parzialmente simili a quelle anteguerra e le numerose trasformazioni subìte consegnano oggi un fabbricato privo di interesse architettonico. Con ogni probabilità la classificazione originaria, attribuita dagli strumenti urbanistici, non è corretta: lo studio preso a riferimento, infatti, ha erroneamente datato la nascita della colonia al 1932, in piena epoca fascista, data che può aver indotto in errore l’attribuzione di un pregio architettonico e di una valenza storico-testimoniale che di fatto la colonia non ha mai posseduto. A oggi le colonie censite sulla costa romagnola sono circa 250, la maggior parte delle quali in stato di abbandono. La variante prevista per il sito riminese farà da apripista ad altri progetti di recupero.

(Lucia Paci)

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