Parità, diritti e partecipazione

SAHARAWI. ISTRUZIONE, LAVORO, SANITÀ: IL BILANCIO DELLA MISSIONE DELL’EMILIA-ROMAGNA. SALIERA: “RAFFORZATI I LEGAMI CON QUESTO POPOLO LAICO E DEMOCRATICO. SI FACCIA IL REFERENDUM SULL’AUTODETERMINAZIONE”

Il punto sugli incontri e i progetti di cooperazione sostenuti dalla Regione nei campi profughi visitati dalla delegazione guidata dalla presidente dell’Assemblea legislativa, Simonetta Saliera, assieme al consigliere Gabriele Delmonte, dell’Intergruppo assembleare di “Amicizia con il popolo Saharawi”, e composta amministratori locali ed esponenti di associazioni e enti emiliano-romagnoli. Il lavoro dell’Agenzia di Protezione civile dopo l’alluvione dello scorso ottobre. Raccolta fondi. Sezione web

Un rinnovato sentimento di amicizia, la soddisfazione ricambiata da gratitudine per i risultati dei progetti di cooperazione sostenuti dalla Regione Emilia-Romagna e per le iniziative promosse per consentire la ricostruzione degli edifici distrutti dall’alluvione nell’ottobre scorso. L’impegno a continuare a sostenere il popolo Saharawi nell’ambito del diritto internazionale affinché sia finalmente celebrato un referendum di autodeterminazione atteso da quarant’anni, la cui legittimità è ratificata da numerose prese di posizione dell’Onu.

Di ritorno dai campi profughi Saharawi nel sud Algerino e nei territori liberati nel Sahara occidentale, la presidente dell’Assemblea legislativa, Simonetta Saliera, traccia un bilancio “positivo” sulla missione istituzionale, svoltasi dal 15 al 22 marzo, della delegazione emiliano-romagnola guidata dalla stessa presidente, assieme al consigliere Gabriele Delmonte, membro dell’Intergruppo assembleare di “Amicizia con il popolo Saharawi”, e composta da amministratori locali ed esponenti di associazioni ed enti emiliano-romagnoli impegnati in progetti di cooperazione nei campi saharawi.

“Una missione che ha un importante significato”, afferma la presidente Saliera nel corso di una conferenza stampa nella sede dell’Assemblea legislativa, oggi a Bologna. “Abbiamo confermato la nostra vicinanza a uno Stato laico, una gemma di speranza in un mondo di cui ogni giorno vediamo le contraddizioni. Il popolo Saharawi ha grande dignità, esprime una democrazia partecipata, con un grande coinvolgimento delle donne e una forte attenzione alle politiche per la salute e l’istruzione”. Saliera manifesta quindi il proposito di “fare rete con le altre Regioni europee che negli anni hanno sostenuto questo popolo per risolvere problemi pratici come quello dell’acqua ma anche per tenere alta l’attenzione sulla causa Saharawi e sulla necessità che si svolga il referendum sull’autodeterminazione, soprattutto dopo la recente visita del segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, e i difficili rapporti con il Marocco. Come Regione Emilia-Romagna e assieme alle associazioni- ribadisce Saliera- continueremo a lavorare e ci impegniamo a sostenere la necessità di dare coerenza alle parole anche in sede europea, cosa che farò personalmente nella mia veste di rappresentante dell’Emilia-Romagna nel Comitato delle Regioni europee a Bruxelles”.

Da un punto di vista politico, dopo le numerose prese di posizioni dell’Assemblea legislativa, che in questi anni ha più volte approvato all’unanimità risoluzioni a sostegno dei Saharawi, il consigliere Delmonte richiama “l’impegno dell’Intergruppo assembleare di amicizia con il popolo Saharawi, composto trasversalmente da consiglieri di diversi schieramenti politici. Nell’ultima risoluzione approvata all’unanimità dall’Assemblea legislativa- ricorda- abbiamo chiesto che continuino gli stanziamenti regionali alla cooperazione destinati ai Saharawi. In questo senso- assicura- c’è anche l’impegno a promuovere nuove missioni affinché tutti i membri dell’Intergruppo possano avere la possibilità di verificare direttamente le condizioni di vita di questo popolo e lo stato dei progetti di cooperazione sostenuti dalla Regione Emilia-Romagna, che a nostro avviso dovranno sempre più mirare a rafforzare i territori liberati del Sahara occidentale. Ci preme anche il rispetto dei diritti umani e per questo si è chiesto nella risoluzione che la missione Minurso dell’Onu sia rinforzata con il monitoraggio proprio su questo aspetto. Crediamo che questo popolo abbia il diritto di esprimersi- chiude Delmonte con riferimento al referendum che i Saharawi attendono da tanti anni- e riteniamo che la comunità internazionale debba dare un segnale forte perché si persegua questa battaglia di principi”.

In parallelo a quella istituzionale si è anche svolta la missione tecnica dell’Agenzia regionale di Protezione civile per valutare i danni causati dall’alluvione dell’ottobre 2015, la fattibilità dei futuri progetti di ricostruzione e verificare la possibilità di strutturare in loco un servizio pubblico di prevenzione e gestione delle emergenze climatiche e ambientali. Proprio per la ricostruzione – ricorda Fabio Campioli, presidente dell’associazione Kabdara Lagdaf, in conferenza stampa – è in corso una campagna di raccolta fondi su produzionidalbasso.com per raggiungere la somma di 20 mila euro con cui finanziare i kit con materiali di edilizia le famiglie più povere del campo profughi di Smara, nel sud algerino, rimaste senza abitazione. La campagna “Ogni tetto in più conta” – promossa dalle associazioni Jaima Sahrawi (Reggio Emilia), El Ouali (Bologna), Kabara Lagdaf (Modena), Uisp e Help For Children (Parma) assieme a 15.14 Oltre Il muro (Padova) – si chiude il 9 maggio. Sempre per l’acquisto di kit di ricostruzione, le associazioni nel corso della missione hanno già consegnato una somma di 20 mila euro raccolta con precedenti donazioni.

All’incontro di oggi con i cronisti sono intervenuti anche alcuni dei rappresentanti degli enti e delle associazioni che hanno partecipato alla missione: Claudio Cantù, responsabile Progetto Tifariti; Mario Silvestri, responsabile del servizio Relazioni internazionali del Comune di Ravenna;  Fabio Campioli, presidente associazione Kabara Lagdaf di Modena; Leo Rambaldi, presidente associazione El Ouali di Bologna, Cinzia Terzi, Comune di Albinea, coordinatrice del Progetto farmacia; Fiorella Prodi, segreteria Cgil Emilia-Romagna e, per il Cisp, Guido Moretti.

Le tappe principali della missione
Arrivati a Rabouni a pochi giorni dalla storica visita del segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon – la prima in assoluto nei campi saharawi da parte della più alta autorità delle Nazioni Unite – la delegazione emiliano-romagnola ha incontrato Abdelakder Taleb Omar, primo ministro della Repubblica araba democratica del Saharawi (Rasd). La delegazione ha quindi visitato il centro di formazione professionale “Sauro Martellini” per i giovani Saharawi, dove il sindacato locale Ugtsario, assieme a Nexus-Cgil Emilia-Romagna, Cgil Ravenna e Auser Emilia-Romagna, ha dato vita a una sartoria e a una falegnameria. E ancora la scuola “17 junio”, per verificare il sostegno alla didattica attraverso libri e attività curate da Cisp Emilia-Romagna. C’è stato poi l’incontro con i responsabili della Commissione scolastica sostenuta da Kabara Lagdaf e rete Modena, che si occupa della diagnosi di problemi dentali o delle calcolosi renali pediatriche. Proprio sulla sanità vertono importanti progetti di cooperazione finanziati dall’Emilia-Romagna come la Farmacia nazionale Saharawi di Rabouni, sostenuta dal Comune di Albinea e dall’Università di Ferrara. La delegazione l’ha visitata, incontrando parte del suo staff, composto da 12 chimici che producono medicinali: analgesici, antibiotici e pomate, anche per animali. Poi è stata la volta di tre dispensari nella Wilaya di Smara diventati il primo riferimento per le donne saharawi durante la gravidanza e il parto, grazie ai progetti materno-infantili realizzati dalle associazioni regionali coordinate dal Comune di Ravenna. La missione emiliano-romagnola ha fatto tappa anche a El Ayoun, Wilaya gemellata con la Provincia di Modena. Qui ha avuto luogo la visita al laboratorio per la produzione di ceramiche, un progetto dell’associazione El Ouali di Bologna che ha visto riunirsi una decina di giovani donne in una cooperativa. La delegazione ha poi visitato il Centro sportivo gestito dalle associazioni Kabara Lagdaf e Peace Games Uisp. Momento particolarmente atteso dalla comunità saharawi la distribuzione di capre alle donne capofamiglia di nuclei maggiormente vulnerabili, un progetto di El Ouali finanziato dalla Regione. La consegna (mediamente un centinaio di capi all’anno) consente ai beneficiari, in genere donne sole o anziane garantisce sostentamento alimentare e il potenziale avviamento di una piccola attività generatrice di reddito.

Nella seconda parte della missione, la delegazione dell’Emilia-Romagna si è trasferita al di là del confine algerino, nel Sahara occidentale per visitare i Territori liberati. A Tifariti dove le associazioni emiliano-romagnole hanno dato vita all’omonimo “Progetto Tifariti” per migliorare le condizioni di vita delle famiglie nomadi stanziate sul territorio, la delegazione ha visitato l’ospedale locale, gli orti e la scuola con la mensa che fornisce ogni giorno pasti a circa un’ottantina di bambini. Dagli accampamenti i bambini riescono a raggiungere la scuola grazie ad un servizio di traporto che copre attualmente 300 chilometri quadrati.

Tra i numerosi altri incontri istituzionali della delegazione emiliano-romagnola, quelli con Mohamed Lamin Deddi, ministro della Salute pubblica della Repubblica araba democratica Saharawi (Rasd); con i rappresentanti di Unhcr, Pam e Unicef nei campi profughi saharawi e con Buhubeyni Yahya, presidente della Mezza Luna Rossa Saharawi. Prima di partire per i campi profughi, appena giunta ad Algeri, la delegazione era stata accolta dall’ambasciatore italiano in Algeria, Michele Giacomelli.

Il diario di viaggio della missione, con notizie e foto, è disponibile sul sito dell’Assembla legislativa in una nuova sezione dedicata alle relazioni tra l’Emilia-Romagna e i Saharawi, con informazioni sulla cooperazione e l’accoglienza, on line all’indirizzo: http://www.assemblea.emr.it/saharawi.

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