Mantenere i valori di attenzione per i campi elettromagnetici a radiofrequenza (come, ad esempio, sul 5G) attualmente in vigore, ovvero 6 volt per metro. Prevedere poi che la modalità di misurazione di questo valore, che attualmente avviene sulla media delle 24 ore, torni sulla media dei 6 minuti nelle ore di maggiore traffico telefonico.
Via libera dall’Assemblea legislativa alla risoluzione a prima firma di Giuseppe Paruolo (Partito democratico). L’atto è stato sottoscritto anche da Silvia Piccinini del Movimento 5 stelle, da Silvia Zamboni di Europa verde e da Andrea Costa, Mirella Dalfiume, Lia Montalti, Marcella Zappaterra, Marilena Pillati, Stefano Caliandro e Marco Fabbri del Pd.
Nell’atto si critica l’intenzione del governo nazionale di innalzare questo limite.
“Chiediamo – rimarca Giuseppe Paruolo (Pd) in aula – siano confermati valori di attenzione cautelativi, pari a 6 volt per metro, e sollecitiamo ricerche sperimentali per approfondire i possibili impatti dei campi elettromagnetici sulla salute”. “Non dobbiamo speculare sulla salute dei cittadini, non c’è l’esigenza di variare i limiti, si possono semplicemente prevedere più antenne con minore potenza”, conclude il consigliere.
Anche per Silvia Zamboni (Europa verde) “la decisione del governo nazionale in ambito tecnologico non rispetta i principi di precauzione e cautela rispetto al tema della salute. Si sottovaluta l’impatto sanitario e nelle comunità c’è grandissimo allarme (come denunciato anche dall’istituto Ramazzini). In tutta evidenza si preferisce privilegiare l’aspetto economico”.
Per Silvia Piccinini (Cinquestelle) “è inconcepibile tutelare gli interessi delle compagnie a scapito della salute dei cittadini”.
“Ci sono studi scientifici seri, come quello dell’istituto Ramazzini, va però detto – sottolinea Daniele Marchetti (Lega) – che da Roma non c’è nulla di deciso, noi stessi possiamo fare approfondimenti sull’argomento in commissione”.
Anche per Emiliano Occhi (Lega) “il tema va portato in commissione, peraltro nelle città vediamo aumentare in modo costante le antenne, dobbiamo però evidenziare che buona parte del mondo scientifico non rileva problemi particolari rispetto all’esposizione alle onde elettromagnetiche”.
Sulla stessa linea Luca Cuoghi (Fdi): “Gli altri paesi in Europa su questo tema vanno in un’altra direzione (dai 36 ai 61 volt al metro), ci sono studi, come quello del Ramazzini, che rilevano comunque limiti rispetto alle conoscenze scientifiche sul tema, non ci sono quindi risposte certe, utile anche per noi un confronto in commissione”.
(Cristian Casali)