Impegno nel riconoscere la fibromialgia o sindrome fibromialgica (Sfm), malattia complessa e debilitante caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso, come malattia cronaca invalidante. Lo chiede una risoluzione del Partito democratico, approvata oggi dall’Assemblea legislativa, che vuole impegnare la Giunta a proseguire il percorso di studio intrapreso più di un anno fa con il tavolo di lavoro e ad attivarsi affinché Ministero della salute e il Consiglio superiore di sanità inseriscano la fibromialgia fra i Lea (Livelli essenziali di assistenza).
Questa patologia, spesso associata a spossatezza e disturbi del sonno, può causare una vasta gamma di disturbi funzionali che possono compromettere la qualità di vita di chi ne è affetto. Può svilupparsi a qualsiasi età, con una incidenza più alta nella popolazione femminile rispetto a quella maschile, e in Emilia-Romagna colpisce quasi 90.000 persone. “Questi malati necessitano di cure specifiche e di una particolare assistenza, soprattutto a livello lavorativo- ha sottolineato Paolo Calvano, primo firmatario della risoluzione- ed è per questo che dobbiamo dare seguito al lavoro cominciato in quest’aula. Un percorso a tappe, che ha già raggiunto ottimi risultati e a cui devono seguire altri interventi: il più importante è il riconoscimento della malattia a livello nazionale per l’inserimento nei Lea”.
La Regione Emilia-Romagna nel luglio 2016 ha istituito un gruppo tecnico di lavoro multiprofessionale e interdisciplinare con il compito di elaborare proposte in merito ai criteri diagnostici per l’identificazione della malattia, effettuare uno studio epidemiologico dell’incidenza e della prevalenza della patologia nella popolazione emiliano-romagnola e sui percorsi assistenziali appropriati. A marzo di quest’anno lo studio, dal titolo “Diagnosi e trattamento della Fibromialgia. Linee di indirizzo” è stato ultimato e reso pubblico in Assemblea davanti a una platea di circa 500 pazienti.
Ora i democratici chiedono di proseguire il percorso intrapreso con il Gruppo tecnico di lavoro per monitorare le azioni promosse attraverso le linee di indirizzo individuate nel documento e di approfondire gli studi specifici di trattamento non farmacologico. La richiesta, fatta all’esecutivo regionale, è quello “di attivarsi presso il ministero della Salute e il Consiglio superiore di sanità al fine di aprire un confronto sulle linee guida elaborate dalla Regione affinché possano diventare una base di lavoro e di attività di ricerca comuni finalizzate al riconoscimento della fibromialgia quale malattia cronica e invalidante nonché al conseguente inserimento nei livelli essenziali di assistenza (Lea)”.
Approvati anche i due emendamenti presentati da Silvia Piccinini e Andrea Bertani del Movimento 5 stelle, che portano l’attenzione sull’importanza per le persone affette da fibromialgia di accedere a percorsi lavorativi agevolati, come il telelavoro, o di vedersi assegnate mansioni adeguate al loro stato di salute. I pentastellati invitano anche “a potenziare l’informazione e la formazione del personale del sistema sanitario regionale” per approfondire la conoscenza della sindrome e per promuovere la sperimentazione di cure integrate.
(Giulia Paltrinieri)