Discussa oggi in Aula l’interpellanza del consigliere Michele Barcaiuolo (Fratelli d’Italia) riguardo all’erogazione gratuita di terapia ormonale per persone affette da disforia di genere anche con riguardo ai minori di 18 anni. La possibile estensione di questo servizio mette profondamente in allarme il consigliere di centro-destra che paventa rischi per la salute dei pazienti e la non reversibilità del trattamento. L’assessore alla Sanità Raffaele Donini, tuttavia, sottolinea che per ora la Regione ha limitato il servizio ai pazienti maggiorenni, benché Aifa e Agenzia regionale del farmaco abbiano dichiarato sicuro il trattamento per i minorenni; su questo, ha precisa l’assessore, è ancora in corso l’interlocuzione. “Il 1 agosto 2019 –ricorda il consigliere– è stata emanata la Legge regionale contro l’omotransfobia; l’articolo 5 prevede che il Servizio sanitario regionale, i servizi socioassistenziali e socio-sanitari sostengano e promuovano iniziative di informazione, consulenza e sostegno sulle tematiche specifiche che coinvolgono le persone omosessuali, transessuali (che intendono intraprendere una terapia di transizione dal genere di nascita, ndr), transgender (che non necessariamente intendono intraprendere un percorso di transizione fisica, ndr) e intersex (dotati dalla nascita di caratteristiche non binarie di genere, ndr). Feroce accusa del consigliere, in apertura di interpellanza, anche contro la legge regionale stessa: ” Per me resta una violazione del diritto costituzionale- nello specifico Barcaiuolo cita l’articolo 3 del testo costituente nazionale- che continua a dare i suoi nefasti frutti”. Al centro della richiesta presentata oggi l’intenzione comunicata dalla Giunta tramite comunicato stampa, di rendere gratuite le terapie ormonali per persone affette da disforia di genere. La disforia di genere è il malessere percepito da un individuo che non si riconosce nel proprio sesso fenotipico o nel genere assegnatogli alla nascita. La Regione Emilia-Romagna garantisce alle persone residenti – nell’attesa delle valutazioni che sta conducendo l’Agenzia italiana del farmaco – la possibilità di ricevere i farmaci sotto stretto controllo del Servizio sanitario regionale; l’intervento chirurgico necessario al cambio anatomico del sesso è già da alcuni anni previsto nei Livelli essenziali di assistenza e viene eseguito nei centri di riferimento individuati sul territorio nazionale, al termine di un percorso complesso di preparazione che comprende terapie ormonali adeguate al momento non a carico del Servizio sanitario nazionale. Il consigliere di Fdi punta il dito contro i possibili rischi alla salute legati agli effetti collaterali della terapia ormonale: “Il processo porta con sé dei rischi e degli effetti indesiderati: riduzione del grado di mineralizzazione ossea, aumento del peso corporeo dovuto all’aumento della massa grassa, concentrazione elevata di prolattina, aumento del volume dei globuli rossi nel sangue, iperlipidemia, ipertensione arteriosa, ritenzione idrica con comparsa di edemi, epatite acuta”. A cui, secondo il consigliere, vanno aggiunti i possibili danni psicologici derivanti dalla cosiddetta “pubertà sospesa”, cioè lo stato di non sviluppo dei caratteri sessuali secondari del sesso genetico, un effetto prodotto tramite terapia farmacologica. In Italia, sempre da quanto risulta al consigliere, da qualche anno si sta ipotizzando la somministrazione dei suddetti farmaci a pazienti minorenni. Il rischio secondo Barcaiuolo è somministrare una terapia che “dalle più recenti linee guida possiamo dedurre non è completamente reversibile. La terapia ormonale deve inoltre essere mantenuta per tutta la vita”. Il consigliere, poi, critica l’iniziativa della Regione di fornire terapie ai soli residenti quando, in un sistema sanitario universale, non ci possono essere questo tipo di differenziazioni. Per questo interroga la Giunta per sapere se ritiene che questa norma (articolo 5) della delibera sia in linea con la legge contro l’omotransfobia, e se la Delibera in oggetto riguardi solamente la popolazione maggiorenne o se invece la Regione ha intenzione di consentire la somministrazione della terapia ormonale sostitutiva a pazienti minorenni. L’assessore con delega alla sanità Raffaele Donini ha confermato che sì, la terapia secondo il riscontro con l’Agenzia regionale del farmaco potrà essere accessibile anche ai minori ma solo previo il consenso di entrambi i genitori o altri tutori. Riguardo la possibilità di includere gli under 18 nel percorso di terapia ha però precisato: “Le due determinazioni di Aifa sul triage di questo percorso clinico, pubblicate entrambe in gazzetta ufficiale, prevedono la possibilità di avviare questa terapia anche per pazienti minorenni. La Regione con propria deliberazione ha comunque predisposto di fornire questo servizio farmacologico solo alle persone maggiorenni”. Dura la replica di Barcaiuolo alla Giunta: “Contrarissimo a questa ulteriore apertura, l’unica soddisfazione è che è stato chiarito finalmente il fatto che queste terapie verranno offerte anche agli adolescenti. Mi auguro e auspico che su questo si possa tornare indietro anche presso le istituzioni nazionali, ma ho i miei dubbi viste anche le ultime manovre del governo con le quali si stanziano 17 miliardi per la parità di genere e solo 2 miliardi per la sanità toutcourt”. “
11 Dicembre 2020
Sanità. Barcaiuolo (Fdi): no a estensione terapie per transizione di genere a minorenni. Donini: “Regione la consente dai 18 anni”
Barcaiuolo: “possibile estensione di queste terapie a minorenni comporta rischi per la salute dei pazienti e la non reversibilità del trattamento”. Donini: “Aifa ha dichiarato compatibile la terapia per gli adolescenti, col consenso dei genitori, ma la Regione la prevede solo per i maggiorenni”
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