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Sanità Bologna. Appalto da 123 milioni del Sant’Orsola annullato, Piccinini (M5s): Giunta spieghi differenze con caso camici in Lombardia

La pentastellata chiede conto del perché l’esecutivo regionale non sia intervenuto per tempo e domanda quali azioni ha in programma per “assicurare reali condizioni di trasparenza”

Perché la Regione non è intervenuta per tempo evitando questo esito indecoroso per il sistema sanitario regionale?”. E ancora: “Cosa intende fare la Giunta per assicurare reali condizioni di trasparenza e assenza di conflitti sostanziali?”. Sono due dei quesiti che Silvia Piccinini pone all’esecutivo regionale sulla vicenda della gara d’appalto, del 2017, da 123 milioni di euro per la gestione dei servizi integrati di supporto alla persona al Sant’Orsola di cui, il Consiglio di Stato, pochi giorni fa, ha annullato la graduatoria rilevando l’esistenza di un conflitto d’interesse. La gara era stata vinta da una cooperativa alla cui presidenza del consiglio di amministrazione c’era il cognato del dirigente del Sant’Orsola responsabile del bando, lui stesso già dipendente, in passato, della stessa azienda. L’irregolarità “verrebbe confermata – si legge nell’interrogazione presentata dalla consigliera del Movimento 5 stelle – proprio dalla rimozione da parte del Sant’Orsola del dirigente. Anche l’Anac – ricorda – aveva acceso i riflettori sulla vicenda e alcune organizzazioni sindacali hanno anche avanzato l’esigenza di approfondire la legittimità dei contratti che da molti anni legano il dirigente alla struttura ospedaliera”. Per questo invita l’esecutivo regionale a spiegare se “ritenga che il rapporto di parentela esistente fra responsabile della gara e presidente del cda dell’azienda vincitrice sia diverso da quello riscontrato nella vicenda della fornitura di camici in Lombardia, con l’assegnazione all’azienda del cognato del presidente della Regione”. Non solo: la pentastellata sollecita la Giunta a “dire e agire con chiarezza e decisione per fare capire ‘da che parte stai’ rispetto all’assenza di un sistema di controllo efficace sul conflitto di interesse”. Piccinini infatti rimarca “che una pubblica amministrazione e un’importantissima e prestigiosa istituzione come il Sant’Orsola non possano invocare l’attesa del riscontro di elementi oggettivi per la verifica di conflitti di interesse: che esistono comunque, sul piano potenziale, alla luce dello stretto rapporto di parentela. Conflitto che sarebbe dovuto essere risolto individuando altri soggetti responsabili della procedura e non sottoponendo la sanità della Regione al danno, questo sì, oggettivo subito, sia sul piano dell’immagine che su quello sostanziale”. “

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