“Quale il dettaglio dei criteri e delle strategie con cui si è proceduto alla riorganizzazione delle Chirurgie, in particolare del Maggiore di Bologna e degli ospedali di San Giovanni in Persiceto, Porretta e Vergato?”.
A porre il quesito è Valentina Castaldini (Forza Italia) che informa del progetto dell’Ausl bolognese comunicato alle organizzazioni sindacali con un’informativa alla fine dello scorso mese di febbraio.
La capogruppo riassume il nuovo modello organizzativo in sei capisaldi: separare i casi medici tra ospedali “hub” e “spoke” (ospedali di prossimità), potenziare la chirurgia ambulatoriale, accentuare la vocazione operativa per ogni ospedale, caratterizzare gli ospedali “spoke” sul modello dei “focused hospital”, garantire l’adeguata collocazione dei pazienti chirurgici nel corretto setting e nella sede idonea nonché definire le specifiche di “mission” distintive per ogni unità operativa del Dipartimento.
Dato questo nuovo modello organizzativo, Castaldini rileva come nel documento consegnato ai sindacati “non è presente una mappatura e valutazione delle “Clinical competence” supportata da dati oggettivi quali ad esempio la casistica operatoria”.
Stante la situazione, la forzista chiede quindi alla giunta regionale quali siano “gli indicatori qualificanti e i benchmark individuati dall’Ausl per assegnare ai singoli chirurghi il nuovo ruolo, la valutazione delle clinical competence dei medici di tutte le chirurgie e la casistica operatoria dei chirurghi, focalizzata sul peso medio della casistica trattata e sul numero di specifici interventi di alta complessità”.
(Luca Boccaletti)