Fare chiarezza sui disservizi nei pronto soccorso bolognesi.
A chiederlo, in un’interrogazione, è Valentina Castaldini (Fi), che ricorda come “mercoledì 1° novembre il pronto soccorso di Budrio è stato chiuso e al suo posto è stato aperto un Centro di assistenza e urgenza (CAU). Mercoledì 8 novembre, inoltre, il pronto soccorso di Vergato è stato chiuso e al suo posto è stato aperto un CAU”.
La consigliera riflette sull’intero riordino della sanità bolognese, sottolineando come “dal progetto di riordino della rete dell’emergenza-urgenza nel territorio dell’Ausl di Bologna si evince che degli 11.888 accessi autopresentati nel 2022 al pronto soccorso di Budrio solo 3.645 hanno le caratteristiche per poter essere presi in carico dallo stesso CAU di Budrio e dei 5.184 accessi autopresentati nel 2022 al pronto soccorso di Vergato solo 1.408 hanno le caratteristiche per poter essere presi in carico dallo stesso CAU di Vergato”.
“Da metà novembre i pronto soccorso dell’area bolognese hanno registrato un iper afflusso di pazienti che hanno causato lunghe code e attese, tanto che presso l’ospedale Maggiore sono stati aggiunti 4 posti letto alla medicina d’urgenza e -spiega Castaldini- il maggior afflusso di pazienti ai pronto soccorso dell’area bolognese potrebbe essere causato anche dai pazienti che si sarebbero rivolti alle strutture di Budrio e Vergato dopo aver verificato che non possono più essere presi in carico sul territorio”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’esecutivo regionale “se sia stata valutata la causa dell’iper afflusso ai pronto soccorso dell’area bolognese di fine novembre, quale sia il dato emerso e se venga monitorato l’accesso dei pazienti ai pronto soccorso dell’area bolognese per conoscere quanti siano quelli che si sarebbero rivolti alle strutture di Budrio e Vergato”.
(Luca Molinari)