Sanità e welfare

Facci (Lega): “Ripristinare il servizio di Medicina dello sport all’ospedale di Alto Reno Terme”

Un’interrogazione per ribadire l’importanza dei servizi sanitari territoriali. L’assessore alla Sanità: “Bandi andati deserti. Valuteremo altre ipotesi come la possibilità di posti riservati per le visite a Casalecchio di Reno o il coinvolgimento di un medico di base”

Michele Facci (Lega)

Ripristinare il servizio di Medicina dello sport all’ospedale di Alto Reno Terme (Bologna). A chiederlo è Michele Facci (Lega) con un’interrogazione discussa in commissione Sanità (presieduta da Ottavia Soncini).

“Tale disservizio -ha sottolineato il consigliere- contrasta con l’obiettivo di ‘rafforzamento dei presidi socio-sanitari e sociali nel territorio, con attenzione particolare alle aree interne e montane’ e di ‘rafforzare la rete di servizi di prossimità territoriale’. Questa situazione sta causando continui disagi agli sportivi e alle famiglie che risiedono nella Media e Alta Valle del Reno e occorrono iniziative concrete per evitarli”.

Facci ha ricordato che “il servizio di Medicina dello sport è stato sospeso nella primavera 2021 e non è più stato riattivato, per cui gli atleti che abitano nelle zone dell’Appennino sono inevitabilmente penalizzati. Una situazione non più sostenibile”.

Ha risposto l’assessore alla Sanità Raffaele Donini: “Il servizio di Medicina dello sport in quel territorio accusa carenze dovute da una parte a un pensionamento e dall’altra alla sospensione di un medico inadempiente all’obbligo vaccinale. Il periodo della pandemia ha inoltre comportato una riorganizzazione dell’attività ambulatoriale. Per un periodo si è potuto contare sull’ambulatorio di Vergato, per garantire la continuità del quale nel luglio 2022 si è chiesta la disponibilità a tutti i medici di medicina dello sport in graduatoria. È stato emanato anche un bando ma in entrambi i casi non sono pervenute candidature. Si stanno quindi valutando altre ipotesi come la possibilità di riservare posti a Casalecchio di Reno per le visite ai residenti dell’Appennino o coinvolgere un medico di base specializzato in medicina dello sport”.

Il consigliere ha replicato: “Il comune denominatore è che se vogliamo servizi sanitari funzionanti in montagna dobbiamo trovare condizioni ottimali per le persone, perché se il bando non è appetibile c’è qualcosa che non va. Vanno pagati meglio i professionisti facendo in modo che l’incarico non sia un disagio. Il problema è annoso e va affrontato coi giusti strumenti”.

(Lucia Paci)

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