Sanità e welfare

Sanità Bologna. Facci (Lega): “Va riattivato il servizio di medicina dello sport nell’Alto Reno”

In commissione Sanità la richiesta di ripristinare un servizio che tuttora comporta tempi lunghi di attesa. Il sottosegretario Baruffi: “Le visite sono state limitate a causa della carenza di medici e della pandemia, ma il servizio non è mai stato sospeso”

Ripristinare il servizio di medicina dello sport, spiegando perché non sia ancora stato riattivato, all’ospedale di Alto Reno Terme, in provincia di Bologna. A chiedere l’intervento della Giunta a sostegno della sanità territoriale sull’Appennino bolognese, è stato, in un’interrogazione, Michele Facci (Lega), a cui ha risposto il sottosegretario alla presidenza della Giunta, Davide Baruffi in commissione Politiche per la salute, presieduta da Ottavia Soncini.

Facci ha ricordato che dalla scorsa primavera “nell’ospedale di Alto Reno Terme è stato sospeso il servizio relativo alla presenza del medico dello sport, e da allora – a differenza degli altri servizi sanitari egualmente sospesi in via temporanea – non è più stato riattivato: attualmente, poiché anche all’ospedale di Vergato il servizio risulta sospeso, il più vicino ambulatorio Ausl che effettua visite medico-sportive si trova a Casalecchio di Reno, e quindi a ridosso della città, dove comunque i tempi di attesa sono lunghi”. Una situazione di disagio “ampiamente denunciata alle istituzioni da parte delle maggiori associazioni sportive del territorio”, senza che ci sia stata una risposta.

Baruffi ha affermato che “la Regione è attenta. Quel servizio sconta la carenza di personale medico specializzato in medicina dello sport e di contestuali pensionamenti. L’ambulatorio è stato sospeso da marzo 2020, per la pandemia. A giugno 2020, l’attività è ripresa e soltanto in alcuni ambulatori, almeno per un giorno alla settimana. Quello di Vergato è stato riaperto da giugno 2020 e potenziato con un giorno in più al mese. E lo stesso accade nel 2021. Il servizio, seppur limitato, è tuttora attivo”.

Facci ha chiesto inoltre “se la Giunta non ritenga che tale disservizio contrasti con il dichiarato intento di ‘rafforzamento dei presidi socio-sanitari e sociali nel territorio, con attenzione particolare alle aree interne e montane’ e di ‘rafforzare la rete di servizi di prossimità territoriale’, e con la necessità di ‘correggere le storture, a partire dalla riduzione dalle diseguaglianze sociali, economiche, territoriali e di genere’ come detto nel programma di mandato della Giunta”.

Il consigliere leghista ha ritenuto “la risposta non sufficiente. Se il problema è al centro dell’attenzione della Regione vorrei capire quali sono i progetti. La replica non indica soluzioni né date. Siamo fermi agli slogan”.

(Gianfranco Salvatori)

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