Sanità e welfare

Indagine sul ‘cartello’ di pompe funebri a Bologna, Marchetti (Ln) chiama in causa la Regione

In un’interrogazione il leghista chiede alla Giunta di fare chiarezza e prendere posizione sul caso giudiziario che coinvolge anche infermieri e addetti alle camere mortuarie di Maggiore e Sant’Orsola-Malpighi

Daniele Marchetti (Lega)
Daniele Marchetti (Lega)

L’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Bologna che ha portato a individuare e colpire l’associazione a delinquere costituita da due cartelli di imprese di pompe funebri che si spartivano i servizi nelle camere mortuarie dell’ospedale Maggiore e del policlinico Sant’Orsola-Malpighi, creando un monopolio nel settore, è oggetto di un’interrogazione di Daniele Marchetti (Ln).

Il consigliere chiama in causa la Regione per il personale infermieristico e i dipendenti delle camere mortuarie dei due ospedali coinvolti in concorso con il ruolo di procacciatori d’affari, dato che avevano il compito di indirizzare i familiari delle persone decedute verso le imprese di pompe funebri “amiche”, ricevendo compensi tra i 200 euro e i 350 euro a funerale.

Il leghista, pertanto, chiede alla Giunta regionale “quante persone alle dirette dipendenze della sanità regionale siano coinvolte nelle indagini; quale tipo di controlli fossero previsti; come si intenda punire i responsabili; se la Regione abbia intenzione di costituirsi parte civile nei confronti dei responsabili; infine, se si intendano modificare le norme in materia per evitare il ripetersi di tali fatti”.

(Luca Govoni)

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