Sanità e welfare

Sanità Bologna. Lega: Al Rizzoli nessuna indennità per i tecnici del Laboratorio studi preclinici

Il Carroccio spiega che nello “stabulario” del laboratorio i lavoratori maneggiano animali per sperimentazioni e aiutano nella ricerca, ma per loro non vengono rispettate le indicazioni del Documento di valutazione del rischio

Ai tecnici del Laboratorio studi preclinici chirurgici dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna non vengono riconosciute le indennità previste dal Documento di valutazione del rischio. Lo segnala un consigliere della Lega Nord che chiede alla Giunta di approfondire e risolvere la situazione con la Direzione del Rizzoli anche perché, aggiunge, “l’indennità, oltre ad essere un obbligo inderogabile del datore di lavoro, viene riconosciuta in altre strutture della Regione Emilia-Romagna e nell’Istituto Superiore di Sanità a tutto il personale che effettua prove in vivo”.
Nell’Istituto Ortopedico Rizzoli il laboratorio contiene al proprio interno “uno stabulario presente dagli anni ’90”, che serve “per il mantenimento e l’utilizzazione degli animali da laboratorio” illustra il consigliere. Obiettivo del centro quello di “sostenere l’attività scientifica dei ricercatori universitari e svolgere la ricerca in vivo in ottemperanza alle direttive Cee”. Spiega il leghista che i tecnici dello stabulario sono incaricati a “manipolare gli animali durante la sperimentazione, effettuare trattamenti farmacologici, eseguire le pratiche chirurgiche, monitorare le condizioni igienico-sanitarie e il benessere degli animali”. In più, aiutano il ricercatore e “sono di supporto a studenti, dottorandi, specializzandi”, oltre a “coordinare l’organizzazione interna dello stabulario”.

Per questo il consigliere chiede “se la Giunta ritenga corretto esporre così questi operatori” considerando gli obblighi previsti dal Documento di valutazione del rischio. Bisognerebbe valutare anche “il comportamento del Direttore generale e del Direttore del Servizio unico metropolitano amministrativo del personale” continua il leghista che suggerisce che potrebbe trattarsi di “un mancato controllo da parte del Direttore Servizio protezione e prevenzione”.

(Francesca Mezzadri)

Sanità e welfare