Sanità e welfare

Sanità Bologna. Lisei (Fdi): “Rivedere la scelta di non garantire i tamponi rapidi nel Distretto pianura Est”

Il capogruppo di Fratelli d’Italia interroga la Giunta su una comunicazione del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl di Bologna inviato ai Sindaci dei 15 Comuni che compongono il Distretto Pianura Est

Il Capogruppo di Fratelli d’Italia Marco Lisei, dà notizia, in una interrogazione alla Giunta, che nei giorni scorsi il “Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl di Bologna ha inviato ai 15 Sindaci del Distretto Pianura Est una comunicazione in cui si informava dell’impossibilità di garantire azioni aggiuntive, quali l’esecuzione di tamponi antigenici rapidi per alunni delle classi interessate da casi di positività sia nel Comune di residenza che nel Distretto” a causa dell’aumento delle attività correlate all’avvio della campagna vaccinale anche per gli over 85 e over 80.

“Sebbene sia comprensibile -prosegue il consigliere bolognese- che nella situazione contingente di grande sovraccarico di lavoro per gli operatori sanitari dovuta all’urgenza delle vaccinazioni non sia al momento possibile effettuare i tamponi rapidi direttamente nelle classi, risulta inaccettabile che per effettuare il tampone occorra recarsi unicamente presso le sedi di Bologna del Dipartimento di Sanità Pubblica”.

Comprendendo le difficoltà nel garantire il servizio in tutti i 15 Comuni che compongono il Distretto Pianura Est, Lisei propone un accorpamento dell’attività di testing rapido solo su alcuni ambulatori e per questo chiede alla Giunta se la comunicazione inviata da Ausl Bologna “non rappresenti un grave disservizio a danno dei cittadini che potrebbe ampiamente essere ovviato attraverso una più attenta ed efficiente pianificazione organizzativa”.

Auspicando che Ausl Bologna possa rivedere la decisione presa, e in aggiunta al quesito principale, il Capogruppo di Fratelli d’Italia chiede se analoga comunicazione sia giunta anche a sindaci di altri distretti e se l’esecuzione dei test rapidi presso le sedi bolognesi “non sovraccarichi ulteriormente di lavoro strutture già fortemente impegnate nella pratica quotidiana”.

 

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