Annullare il bando per l’affidamento di un call center per le prestazioni ambulatoriali e di ricovero in libera professione dell’Ausl di Bologna, dell’Azienda ospedaliera universitaria e dell’Istituto Rizzoli. E’ questa la richiesta di Silvia Piccinini, esponente del Movimento 5 Stelle, che interroga la giunta regionale sul bando di gara, che ha durata di tre anni e un costo presunto di 1 milione e 106,550 mila euro, per l’affidamento del servizio di call center per le prestazioni ambulatoriali e di ricovero in libera professione.
Secondo la consigliera, questo bando non rispetta nemmeno il protocollo d’intesa, che non prevede l’esternalizzazione del servizio: altro motivo per cui il bando dovrebbe essere annullato. “Questo servizio di call center- si legge nell’interrogazione- è stato garantito fino a oggi dal Cup 2000, società a totale partecipazione pubblica e che fornisce alle strutture sanitarie un servizio integrato di prenotazione di visite ed esami”.
Secondo la consigliera M5S, “questo bando viola il protocollo di intesa, che non prevede esternalizzazioni e terziarizzazioni delle funzioni svolte”. In più “in passato, la Regione e le Ausl interessate- spiega ancora Piccinini- avevano sostenuto che la scelta dell’internalizzazione dei servizi di prenotazioni delle visite mediche e di call center comportasse un risparmio considerevole, oltre a creare posti di lavoro meglio garantiti e un risparmio del 21-22%”. Da qui, la richiesta di annullare il bando, “perché l’erogazione di prestazioni socio-sanitarie non può essere considerata un mercato, ma un sistema nel quale l’obiettivo primario della Regione deve essere in favore della collettività, non garantire la concorrenza tra erogatori”.
(Margherita Giacchi)