Potenziare le attività di prevenzione, cura e presa in carico delle infezioni da Hiv, da Hcv e altre Infezioni sessualmente trasmissibili (Ist). Con una risoluzione Lorenzo Casadei (Movimento 5 stelle) chiede la programmazione di nuove azioni mirate nel prossimo Piano sociosanitario regionale, ponendo particolare attenzione a contrastare lo stigma e la discriminazione verso le persone che vivono con Hiv e le persone appartenenti alle comunità più vulnerabili, promuovendo in tutte le strutture sanitarie regionali percorsi di formazione del personale su diritti, equità, identità di genere, orientamento sessuale e linguaggio inclusivo, in attuazione della legge regionale 15/2019.
“La Regione Emilia-Romagna -sottolinea il consigliere- ha già introdotto strategie significative per la lotta contro Hiv e Hcv, ma l’evoluzione del quadro epidemiologico e le nuove opportunità terapeutiche richiedono un rafforzamento delle azioni. Nel 2023 in Emilia-Romagna i dati forniti dal Settore prevenzione collettiva e sanità pubblica riportano 220 nuove diagnosi di infezione da Hiv fra i residenti, pari a un’incidenza pari a 4,9 casi ogni 100mila abitanti, collocando la regione tra quelle con le incidenze più elevate a livello nazionale. Persistono criticità significative legate alla diagnosi tardiva: nel 2023, il 60% delle nuove diagnosi di Hiv è stato effettuato in fase avanzata e rispetto al 2022, si registra un incremento dei casi attribuibile prevalentemente alla tardività della diagnosi”.
Per questi motivi Casadei ha presentato la risoluzione chiedendo in particolare di “garantire la continuità, il potenziamento e il monitoraggio dei programmi di screening oggi attivi, in particolare per Hcv, e rafforzare la presa in carico territoriale delle persone affette da Hiv/Aids, favorendo l’integrazione tra ospedale e territorio, l’approccio multidisciplinare e la prossimità delle cure, attraverso il coinvolgimento attivo delle Case della comunità, dei servizi domiciliari e dei servizi sociali”. E ancora: “Sostenere e valorizzare, anche attraverso appositi finanziamenti, i progetti delle associazioni e delle realtà del Terzo settore impegnate nella prevenzione, nella promozione della salute sessuale, nella conquista della consapevolezza delle persone LGBTQIA+ e nella lotta alle discriminazioni legate all’Hiv”.
A completamento di queste azioni il consigliere suggerisce di “sviluppare campagne informative, formative e di sensibilizzazione, anche in collaborazione con le associazioni del territorio, rivolte in particolare ai giovani e ai gruppi maggiormente a rischio, utilizzando un linguaggio inclusivo, scientificamente fondato e non stigmatizzante”.
(Lucia Paci)



