Perché è stato scelto di non effettuare uno screening sistematico di tutti gli studenti e del personale scolastico delle scuole regionali, in contrasto con quanto dichiarato dal presidente Draghi? La mancanza di risorse economiche per lo screening di circa 700mila tra studenti e personale scolastico, si riflette anche sullo screening di circa 2.200.000 persone, tra cui studenti e personale scolastico, all’interno delle farmacie convenzionate?
A chiederlo, in un’interrogazione, è la consigliera Valentina Castaldini (FI) che ricorda come “da fonti di stampa è emerso che la Regione Emilia-Romagna abbia redatto delle linee guida per la ripresa della didattica in presenza di aprile 2021 e all’interno delle linee guida è specificato che non sarà previsto uno screening di massa di tutti gli studenti ma solamente a campione e solamente in alcuni casi”.
Castaldini sottolinea anche come “nel piano del presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi per il rientro a scuola comunicato alla stampa sarebbe previsto un test rapido per tutti gli studenti il primo giorno di scuola, da ripetere settimanalmente: il problema che impedirebbe la pianificazione e l’esecuzione del test periodico a tutti gli studenti e al personale scolastico sarebbe di natura economica, il test costerebbe alla Regione circa 15 euro e dovrebbe essere somministrato a circa 580.000 studenti e 120.000 insegnanti e appartenenti al personale scolastico. La campagna di tamponi rapidi in farmacia promossa dalla Regione Emilia-Romagna riguarda una platea di circa 2.200.000 aventi diritto alla prestazione (studenti e insegnanti ogni 15 giorni, personale universitario, familiari di studenti, caregiver, eyc. ogni mese), per la cui esecuzione la Regione riconosce 15 euro alla farmacia”.
(Luca Molinari)