“Perché nonostante la necessità di recupero delle liste d’attesa sia conosciuta dal 2020 e l’assessorato abbia sempre dichiarato un maggiore sforzo, anche con l’ausilio del privato convenzionato, il numero di interventi chirurgici eseguiti in convenzione è in calo?”.
A porre il quesito è la capogruppo di Forza Italia Valentina Castaldini, la quale chiede anche la ratio di un acquisto, da parte delle Ausl di Bologna e Imola, di soli 1.053 interventi chirurgici a fronte di un fabbisogno complessivo di 15.500 prestazioni.
Facendo presente l’approvazione lo scorso dicembre in Assemblea legislativa di uno specifico Ordine del Giorno per il rafforzamento della governance delle Aziende Sanitarie, Castaldini ravvisa di fatto la rimozione della “possibilità per la sanità privata convenzionata di aiutare il servizio sanitario regionale a eccezione del potenziamento della rete di assistenza territoriale per anziani non autosufficienti e disabili.
In via più generale, infine, il quesito su come l’indirizzo espresso “dalla maggioranza politica dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, potrà garantire prestazioni tempestive senza poter fare ricorso a decine di migliaia di interventi chirurgici all’anno eseguiti presso il privato convenzionato”.
In sede di risposta, l’Assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini ha chiarito che “nessuno ha mai parlato di una sanità regionale al 100% pubblica”. Il titolare regionale della sanità si è detto poi contrario alla pratica della “ricognizione del miglior prezzo, ma c’è la precisa volontà di investire per un rafforzamento della sanità pubblica universalistica. So bene che la presidente Meloni non è responsabile per il mancato riconoscimento alle Regioni delle extra spese sostenute per il Covid, ma è compito di questo governo scegliere se i sistemi sanitari delle Regioni abbiano una prospettiva finanziaria o meno”.
Per quanto riguarda l’eventuale taglio del 15% alla sanità privata, Donini ha specificato che è una delle diverse opzioni sul tavolo per procedere a una riorganizzazione delle spese ma è chiaro “che i sacrifici non possono ricadere solo sulla sanità pubblica”.
Nell’informare come l’Emilia-Romagna abbia recuperato recentemente oltre 53 prestazioni in attesa come richiesto dal governo, Donini ha sottolineato che “la nostra Regione ha utilizzato per intero l’extrabudget concesso per recuperare le liste di attesa generate durante il periodo pandemico”.
“Un problema di visione”. Così Castaldini nel replicare alle risposte di Donini. Per la capogruppo “il modello usato fino a ora non è più confacente ai problemi di bilancio attuali ed ecco perché occorrerebbe una profonda opera di riforma con la sanità privata convenzionata coinvolta nelle politiche sanitarie della Regione fin dalla fase strategica”.
(Luca Boccaletti)