Più risorse per sostenere e difendere la sanità pubblica e universalistica. È l’obiettivo di una proposta di legge della giunta che chiede al Parlamento di portare al 7,5% del Pil il finanziamento annuale del Servizio sanitario nazionale. Nello specifico, i punti cardine del progetto di legge, presentato in commissione Sanità, presieduta da Ottavia Soncini, chiedono di: incrementare il finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard, far sì che le Regioni superino i vincoli di spesa per il personale sanitario e il limite che riguarda il trattamento accessorio, garantire la copertura finanziaria con maggiori risorse che dovessero rendersi disponibili dalla crescita economica prevista dalla nota di aggiornamento al Def e, in seconda battuta, da risorse derivanti dal contrasto all’evasione ed elusione fiscale e contributiva. Per la maggioranza la relatrice sarà Marcella Zappaterra (Partito democratico), per la minoranza Daniele Marchetti (Lega).
L’assessore alla Sanità Raffaele Donini ha spiegato: “Questo progetto di legge si pone l’obiettivo di stimolare e sensibilizzare il Parlamento affinché dalla prossima legge di bilancio vi sia un’adeguata crescita del fondo sanitario nazionale. Tutte le Regioni, indipendentemente dall’orientamento politico, stanno dicendo che al fondo sanitario nazionale mancano 4 miliardi di euro e il ministro della Sanità Schillaci lo ha confermato. Dato che nulla si sta muovendo, ci siamo assunti la responsabilità di adottare un progetto di legge che speriamo sia approvato entro ottobre per poter rientrare nella legge di stabilità. I due oggetti principali nella proposta: garantire 4 miliardi di euro al fondo per i prossimi 5 anni e superare i vincoli di spesa per assumere, stabilizzare e garantire stipendi adeguati al personale sanitario. Molte Regioni si sono trovate in affanno dopo il Covid e a ciò si è aggiunta l’aumento incontrollato dei costi per cui la spesa sanitaria è cresciuta di conseguenza. Nel 2019 la spesa sanitaria era pari al 6,4% del Pil in Italia contro una media dell’8-9% di altri paesi europei, e poi è progressivamente scesa. Ora serve un’inversione di rotta. Politiche attive contro l’evasione e l’elusione fiscale potrebbero essere destinate al Servizio sanitario nazionale. Se questo progetto non dovesse andare in porto, saremmo costretti, per il quarto anno consecutivo, a mettere a bilancio risorse straordinarie per arrivare al pareggio di bilancio, impedendo una programmazione pluriennale”.
(Lucia Paci)