Sanità e welfare

Bilancio 2026: più risorse per il servizio sanitario e incrementi per la non autosufficienza

La commissione Sanità e welfare ha dato parere favorevole al pacchetto bilancio 2026: manovra da 14,3 miliardi di euro (di cui 10,5 per la sanità), che tra le altre cose prevede una riduzione della pressione fiscale regionale per i redditi tra i 28.000 e i 50.000 euro pari allo 0,15%

Un contributo regionale annuo di 200 milioni di euro per sostenere il sistema sanitario regionale visto che la maggioranza reputa che i maggiori trasferimenti statali previsti dalla Finanziaria del governo, siano insufficienti per sostenere la sanità pubblica visto che in rapporto al prodotto interno lordo il peso del fondo sanitario nazionale tornerà a scendere nel triennio al di sotto del 6%. Programmato, poi, un importante incremento sul fondo regionale per la non autosufficienza, pari a 25 milioni nel 2026 (+110 milioni) e nel 2027 (+135 milioni). Stanziati, anche, ulteriori 5 milioni di euro, di risorse regionali, per garantire spese sanitarie extra livelli essenziali di assistenza, ovvero non incluse tra quelli finanziabili con il fondo nazionale: tra queste l’acquisto di parrucche per pazienti oncologici, l’esenzione dal ticket per lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione e per chi ha subito violenza di genere.

La commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Gian Carlo Muzzarelli, ha dato parere favorevole al pacchetto bilancio 2026 (compreso il Defr) della Regione Emilia-Romagna: manovra da 14,3 miliardi di euro (di cui 10,5 per la sanità), che tra le altre cose prevede una riduzione della pressione fiscale regionale per i redditi tra i 28.000 e i 50.000 euro pari allo 0,15%.

Il bilancio 2026 si inserisce in un contesto economico nazionale rappresentato dal Defr, il Documento economico e finanziario regionale, che descrive l’Emilia-Romagna come un territorio che si conferma tra i più ricchi d’Italia, con un tasso di occupazione più alto della media nazionale, anche se si registra un aumento delle ore di cassa integrazione nell’industria (in calo, invece, in agricoltura) e un calo del numero delle imprese.

In commissione anche gli assessori regionali Davide Baruffi, Isabella Conti, Elena Mazzoni e Massimo Fabi che ribadiscono come da Roma ci sia stato un cambio di rotta rispetto ai finanziamenti dedicati al sistema sanitario, con nuove risorse sul 2026 (quasi 7 miliardi in più sul fondo sanitario nazionale). Riferiscono, poi, di nuovi stanziamenti regionali sull’edilizia sanitaria. Comunicano, anche, dell’avvio di negoziati con le altre amministrazioni regionali sul tema della mobilità sanitaria. Spiegano, inoltre, che c’è l’impegno, con nuove linee, a individuare con anticipo le emergenze sociali. Attivati, poi, interventi per ampliare, sempre sul tema del welfare, l’assistenza domiciliare. Infine, annunciano nuove risorse per contrastare le forme di povertà in regione, previsti poi studi specifici in collaborazione con il sistema universitario per individuare tutti bisogni degli emiliano-romagnoli.

Gli interventi dei relatori alla manovra.

“C’è un rallentamento economico generalizzato in tutta Europa, anche in Italia non sono previste misure espansive significative, comunque, in questo contesto, l’Emilia-Romagna continua a crescere”, spiega il relatore di maggioranza sul Defr Daniele Valbonesi (Pd). Aggiunge: “Serve rinnovare la capacità d’investimento, con particolare attenzione al tema della transizione digitale. Tra le priorità regionali, poi, il rafforzamento del sistema sanitario e del sistema sociale E Prosegue anche l’impegno sulle aree colpite dall’alluvione, una priorità assoluta per la nostra regione”. Invece, per il relatore di minoranza Alberto Ferrero (FdI) “c’è una tenuta dell’economia globale superiore alle attese, in Italia i dati sono buoni, la stessa inflazione è inferiore alla media europea, confortanti anche le statistiche sull’occupazione, c’è stato un aggiustamento dei conti pubblici più rapido del previsto. Anche le esportazioni in Italia sono in crescita, con un saldo di 80 miliardi”. Prosegue sul tema della sanità: “C’è un importante incremento di risorse da Roma visto che nel 2026 il fondo sanitario nazionale arriverà a 143 miliardi. Purtroppo, nonostante l’impegno del governo nazionale, dobbiamo rilevare carenze importanti nel sistema sanitario regionale”.

“Un bilancio da oltre 14 miliardi, 10,5 sulla sanità, il 75%, una manovra che, come quella dell’anno scorso, ha l’obbiettivo di salvaguardare il sistema sanitario regionale, sbagliato andare sotto il 6% di finanziamenti nazionali alla sanità”, spiega il relatore di maggioranza sul pacchetto bilancio Fabrizio Castellari (Pd) per il quale “è un bene che ci siano incrementi sul fondo sanitario da Roma, ma serve più libertà nella gestione di queste risorse. Sul tema della non autosufficienza sottolineo che c’è un incremento consistente di risorse: il welfare resta un pilastro del bilancio regionale”. Opposta, invece, la posizione del relatore di minoranza Luca Pestelli (FdI): “Il bilancio 2026 è figlio della manovra lacrime e sangue dell’anno scorso, così non si sostiene la crescita, non si aiutano i territori”. Prosegue su sanità e welfare: “Ci sono ancora criticità, il problema delle liste d’attesa non è stato risolto, l’accesso alle strutture sanitarie e sociosanitarie è sempre più complesso, serve invece più capillarità territoriale, occorrono poi rispondere alle domanda sociali per evitare che diventino domande sanitarie”.

Gli interventi dei consiglieri regionali.

“Non ci sono particolari novità – rimarca Nicola Marcello (Fratelli d’Italia) sul Defr– in questo documento, rileviamo invece un impegno consistente da Roma per rilanciare l’economia nazionale, con particolare attenzione al sistema sanitario”.

Per Paolo Calvano (Partito democratico) “il Defr ci ricorda come in Emilia-Romagna si registri una crescita superiore alla media nazionale. Vediamo che c’è un aumento del contributo statale sulla sanità, ma le risorse previste non sono abbastanza visto che gli aumenti nazionali per il fondo sanitario nazionale non compensano l’andamento della spesa. Sulle politiche nazionali dovrebbe esserci un impegno maggiore: in Europa l’Italia è in coda, su molti aspetti la Regione Emilia-Romagna deve sostituirsi allo Stato, a partire da sanità e welfare”.

Per Maria Costi (Pd) “è importante che l’incremento del fondo sanitario nazionale sia spendibile liberamente, gli emiliano-romagnoli si fidano della sanità pubblica, lavoriamo per una sanità sempre più vicina ai territori”. Prosegue sui giovani: “I dati ci dicono che la povertà tra i giovani è in aumento, in Emilia-Romagna in atto un importante lavoro per contrastare questo problema”.

Interviene, poi, Elena Ugolini (Rete civica): “Con le nuove risorse nazionali in sanità ci aspettiamo un avanzamento del sistema regionale, in Emilia-Romagna c’è una varianza di costi e risultati da territorio a territorio, le velocità sono diverse, il diritto alla cura non deve dipendere dal codice postale degli assistiti”.

Per Vincenzo Paldino (Civici) “con questa manovra di bilancio si cerca di rilanciare la sanità regionale: per questo va bene la valorizzazione del personale sanitario, l’obiettivo è poi quello di rafforzare la medicina di prossimità, purtroppo da Roma si continua a burocratizzare il sistema”.

Per Alice Parma (Pd) “è importante il lavoro in Emilia-Romagna che si sta facendo per contrastare la povertà, è necessario monitorare gli interventi e serve analizzare i bisogni che sono in continua evoluzione, anche in rapporto a sanità e welfare”.

(Cristian Casali)

Sanità e welfare