Sanità e welfare

Sanità. Emilia-Romagna prima in Italia per ricerca finanziata, ma serve una migliore pianificazione

In commissione Sanità, l’informativa che mira soprattutto a incrementare e sostenere progetti di interesse regionale, coinvolgendo direttamente i cittadini

In commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli, è stata discussa l’informativa su ricerca e innovazione nel Servizio sanitario regionale. Nel corso della seduta un funzionario della Giunta ha presentato il documento tecnico che punta a dare “maggiore spinta al sistema dell’Emilia-Romagna, coinvolgendo centri clinici, dipartimenti e aziende sanitarie”. Un tessuto già ricco, quello regionale, e già ben avviato: la Regione è la prima in Italia per ricerca finanziata a livello nazionale. Non mancano, però, alcune criticità, come la mancanza di una vera e propria programmazione: “È necessario potenziare la capacità di coinvolgere gli attori del settore sanitario e di creare relazioni stabili”, ha spiegato il tecnico.

Obiettivi e governance. Diverse le finalità da raggiungere: pianificare e armonizzare le attività, integrare le politiche regionali in materia, governare i conflitti d’interesse e coinvolgere i cittadini, nel segno di un sistema trasparente e accessibile. Di qui l’organizzazione di una nuova governance: il comitato strategico regionale e il comitato tecnico scientifico. Istituiti anche il Piano regionale triennale della ricerca sanitaria e il meccanismo di finanziamento diretto della ricerca per il sistema sanitario regionale. “Ci sarà un bando annuale che darà particolare rilevanza ai progetti di portata regionale, finanziando poi, in quota via via minore, temi di ricerca di interesse comune, idee proposte direttamente dai ricercatori e programmi formativi per la ricerca. Ogni progetto verrà strettamente monitorato, specialmente nei primi sei mesi, che è anche il tempo utile oltre il quale il percorso progettuale deve necessariamente attuarsi. Presto sarà online la piattaforma Sirer, che permette di accedere alle attività di ricerca effettuate in Regione”.

La parola ai consiglieri. Soddisfatto del lavoro svolto finora il presidente Zoffoli che, nel sottolineare l’importanza di programmazioni chiare, sviluppi controllati e verifiche finali, ha chiesto secondo quale modalità i fondi, italiani o europei, vengono destinati alla ricerca in Emilia-Romagna. Spazio poi ai quesiti dei consiglieri, con Fabio Callori di Fratelli d’Italia che ha domandato come si intendono affrontare le anomalie rilevate e ha sollecitato un chiarimento su sponsor e finanziamenti. Protagonista anche il Movimento 5 stelle con Silvia Piccinini e Andrea Bertani. La prima ha chiesto se le novità introdotte abbiano o meno qualche impatto sull’Ircss del Sant’Orsola. Il secondo, invece, ha posto l’attenzione sulla ripartizione del fondo regionale a supporto del bando annuale e ha messo a fuoco il ruolo del comitato strategico e tecnico: “Una struttura decisionale troppo accentrata rischia di escludere progetti interessanti e di far perdere il prezioso filone di ricerca. Come si previene, quindi, questo pericolo?”.

“I finanziamenti provengono soprattutto dal Ministero che si impegna nella ricerca finalizzata. Vi è poi la ricerca corrente che finanzia gli Ircss, le cui risorse danno molto peso alla capacità di miglioramento da un anno all’altro. La Regione ha da tempo avviato una riflessione su anomalie e criticità, che dovranno essere risolte grazie a una maggiore pianificazione regionale che costruisca reti stabili di ricerca”, così la risposta del tecnico, che ha concluso:”Non ci sono aperture specifiche a finanziamenti esterni ai progetti e non si registrerà alcun impatto sull’Ircss di Bologna. Inoltre, non si può parlare di accentramento da parte del comitato strategico, perché questo è soltanto l’ultimo momento di una catena esplicita di riferimento. Per quanto riguarda i fondi regionali previsti dal bando, abbiamo lasciato un 10% di possibilità di presentare progetti dal basso, al di fuori degli altri soggetti che si fanno portatori di temi di interesse regionale”.

(Nicoletta Pettinari)

 

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