“La Regione adotti quanto prima il programma di propria competenza per la diffusione e la mappatura della rete dei dispositivi defibrillatori DAE, come previsto dalla legislazione regionale, comprensivo dell’attività di formazione per gli operatori laici”.
Lo afferma un’interrogazione del consigliere Michele Facci (Lega) firmata anche dai colleghi di gruppo Daniele Marchetti, Simone Pelloni, Valentina Stragliati e Fabio Bergamini.
Il consigliere del Carroccio vuole sapere “a che punto sia la fase di elaborazione del Programma regionale per la diffusione dei DAE, ex art. 15 LR 19/2018 e quali siano le azioni comunque intraprese dalla Giunta per dare attuazione al disposto legislativo (art. 15 LR 19/2018), finalizzato a rendere l’intero territorio regionale cardioprotetto”. Facci, poi, chiede di conoscere “quali iniziative siano state assunte presso le associazioni di categoria degli amministratori condominiali e immobiliari presenti sul territorio regionale, quali iniziative siano state assunte per la formazione degli operatori laici e quanti siano i DAE presenti nelle sedi della Regione, e degli Enti/Aziende alla stessa collegate”. L’ultimo quesito riguarda “le risorse economiche complessivamente investite per dare attuazione al disposto legislativo (art. 15 LR 19/2018), distinte per annualità ed ambiti di intervento”.
Con la legge 19 del 2018, ricorda Facci, la Regione “ha assunto come proprio obiettivo di rendere l’intero territorio regionale cardioprotetto”. Di recente, inoltre, a livello nazionale la legge 116 del 2021 è “diretta a favorire la progressiva diffusione e l’utilizzazione dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni”. Quest’ultima norma non ha ancora i decreti attuativi, ma quella regionale “certamente più articolata e specifica impone comunque una serie di azioni da adottarsi da parte dell’Ente, con particolare riferimento alla diffusione e mappatura degli apparecchi, e della formazione degli operatori laici abilitati”.
(Gianfranco Salvatori)