Chiarire se, dopo la chiusura del pronto soccorso di Comacchio (Fe) siano state date o meno indicazioni per aggiornare le indicazioni per i pazienti e rimuovere quelle relative a servizi che non sono più attivi.
A chiederlo è Fausto Gianella (FdI) la cui interrogazione prende le mosse da quanto avvenuto il 27 luglio scorso, quando un uomo di 55 anni, in vacanza presso i Lidi ferraresi, ha accusato un forte dolore al torace. “Non conoscendo a fondo il territorio e percependo un peggioramento delle condizioni, l’uomo ha chiesto aiuto a un vicino, con il quale ha cercato online il pronto soccorso più vicino. Il motore di ricerca ha indicato come struttura più prossima l’Ospedale “San Camillo” di Comacchio”, spiega Gianella che ricorda come “i due hanno quindi deciso di raggiungere la
struttura in auto privata, convinti di trovare un presidio ospedaliero con servizio di pronto soccorso operativo. Giunti all’ingresso del “San Camillo”, il paziente si è accasciato a terra, privo di sensi. La struttura, tuttavia, non ospita un pronto soccorso dal 2013, anno in cui il servizio è stato chiuso. Attualmente è attivo solo un Centro Assistenza Urgenza (CAU), destinato esclusivamente a casi a bassa complessità e non in grado di gestire emergenze tempo-dipendenti: i sanitari del 118, allertati immediatamente, sono arrivati sul posto in sei minuti. Sono state avviate manovre rianimatorie, ma l’arresto cardiaco era in fase avanzata, nonostante l’intervento non è stato possibile salvare la vita dell’uomo”.
Per il consigliere regionale “quanto accaduto il 27 luglio scorso non può essere archiviato come una fatalità isolata, ma solleva interrogativi rilevanti sul sistema di risposta all’emergenza, sull’efficienza della comunicazione pubblica e sulla responsabilità derivante dalle informazioni online”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla giunta come valuta i fatti e se esistano linee guida, accordi o procedure regionali che regolamentano l’interazione tra sanità pubblica e soggetti terzi, ad esempio provider tecnologici, in merito alla pubblicazione e aggiornamento di dati sanitari georeferenziati.
Poi ancora: “Sono mai stati attivati, dal momento della chiusura del pronto soccorso di Comacchio nel 2013 ad oggi, protocolli o segnalazioni ufficiali verso i gestori di piattaforme digitali (Google Maps, Apple Maps, TomTom, ecc.) per aggiornare o rimuovere indicazioni obsolete relative alla presenza di servizi d’urgenza”.
(Luca Molinari)



