Sanità e welfare

Ferrero (FdI): serve maggiore impegno a tutela degli operatori socio sanitari

“Nel 2024 le aggressioni sono aumentato dell’11,7% rispetto al 2023”

Maggiore impegno per la tutela degli operatori socio sanitari sempre più oggetto di aggressioni.

A chiederlo, in un’interrogazione, è Alberto Ferrero (FdI) che, numeri alla mano, ricorda come “il Rapporto regionale 2023–2024 sugli episodi di aggressione a danno degli operatori dei servizi sanitari ha registrato 2.682 segnalazioni nel 2024, con un incremento dell’11,7% rispetto all’anno precedente e gli operatori sociosanitari (OSS) risultano essere tra le categorie professionali più esposte alle aggressioni fisiche, con una percentuale del 36,4% sul totale delle aggressioni fisiche, superiore a quella degli infermieri (25,1%) e dei medici (17,1%)”.

Per Ferrero la proporzione degli OSS coinvolti rispetto al personale dipendente pubblico regionale è aumentata dal 2,1% al 2,6% (+0,5%), evidenziando una crescente vulnerabilità di questa categoria e le aggressioni si verificano prevalentemente in ambito ospedaliero (78,7%) e in particolare nelle aree di degenza e nei reparti di emergenza/urgenza, dove gli OSS operano quotidianamente a stretto contatto con pazienti e familiari.

Da qui l’atto ispettivo per chiedere alla giunta quali misure specifiche siano state adottate per la tutela degli operatori sociosanitari (OSS), in considerazione della loro particolare esposizione alle aggressioni fisiche  e se siano previsti percorsi formativi mirati per gli OSS, differenziati rispetto a quelli generali per il personale sanitario, con focus su gestione del rischio, comunicazione e prevenzione.

Ferrero vuole inoltre sapere se sia stato attivato un servizio di supporto psicologico dedicato agli OSS vittime di aggressioni, e con quali modalità di accesso e se la Regione intenda rafforzare la dotazione tecnologica e organizzativa (es. sistemi di allarme, videosorveglianza, procedure di emergenza) nei reparti dove gli OSS operano, in particolare nelle aree di degenza e nei servizi psichiatrici o se sia prevista una valutazione periodica del rischio per gli OSS e una revisione delle procedure di lavoro per ridurre l’esposizione a situazioni potenzialmente pericolose.

(Luca Molinari)

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