La Giunta regionale acquista gameti da banche specializzate all’estero per intensificare l’offerta di fecondazione eterologa alle coppie emiliano-romagnole che desiderano un figlio. Ma questo “non si concilia affatto con i tagli lineari decisi dal governo ai trasferimenti sanitari, che non soltanto mettono a rischio i livelli essenziali di assistenza (Lea) ma riducono la lista delle prestazioni esenti dal pagamento del ticket, e ciò mentre peggiora progressivamente la situazione economica in cui versano le famiglie italiane”. E’ quanto sostiene in un’interrogazione Tommaso Foti (Fdi-An) che chiede anche alla giunta quali siano stati i costi sostenuti dalla Regione per la campagna di informazione “finalizzata alla donazione” liberale “di gameti maschili e femminili e quali i risultati conseguiti”.
Foti fa il punto sull’attività di donazione volontaria di spermatozoi maschili e ovociti femminili, e ricorda nell’atto ispettivo il bando europeo lanciato da viale Aldo Moro (e chiuso il 22 settembre scorso con cinque manifestazioni di interesse dall’estero) per reperire “banche specializzate nella fornitura di gameti, in particolare ovociti” in base a requisiti di attività “altruistici e volontari”. Il consigliere di opposizione scrive anche che per ogni confezione di ovociti finalizzata alla fecondazione eterologa- resa possibile in Italia da una sentenza della Consulta del 2014- sia previsto un rimborso alla banca tra i 2.000 e i 2.500 euro, a copertura delle spese di trasporto e delle analisi ed esami pre impianto. Ne conseguirebbe un investimento complessivo annuo sui 400.000 euro, prendendo a riferimento il fabbisogno regionale stimato dagli uffici in “150 confezioni di ovociti dall’estero”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/leggi-e-atti/oggetti-assembleari)
(Marco Sacchetti)