Promuovere “iniziative di sensibilizzazione, informazione e formazione sul Long Covid, coinvolgendo le associazioni dei pazienti, i medici di base, i centri di riferimento e gli altri attori del sistema sanitario regionale”; collaborare con altre regioni e con il ministero della Salute per definire linee guida nazionali sul Long Covid e per monitorare l’evoluzione della sindrome”; “sollecitare il Governo a rinnovare, per i pazienti affetti da Long Covid, l’esenzione (esenzione CV2123) che garantiva loro l’accesso gratuito alle prestazioni sanitarie necessarie per la loro condizione”.
Sono i punti principali di una risoluzione presentata dal consigliere Pasquale Gerace (Pd) alla giunta per impegnarla a intervenire sul Long Covid. La risoluzione è stata firmata anche dai consiglieri Andrea Costa, Marcella Zappaterra, Stefano Caliandro e Lia Montalti.
Il consigliere afferma che “il Long Covid è una sfida ancora aperta per la scienza e la medicina. Sono in corso diverse ricerche a livello nazionale e internazionale per capire meglio le cause, i meccanismi e le conseguenze del Long Covid” ed è necessaria una collaborazioni tra regioni e con il ministero della Salute per definire linee guida nazionali. In Italia, continua il consigliere dem, almeno un milione di persone – di cui 164mila che hanno avuto la malattia in forma grave – ha conseguenze post-Covid. Diversi pazienti, poi, non sono stati riconosciuti o diagnosticati correttamente. L’Associazione Italiana Long Covid (AILC) ha denunciato la mancanza di supporto medico, economico e sociale per i pazienti e “le disparità di cure tra le diverse regioni italiane”.
Infine, sostiene Gerace “fino al 25 maggio 2023, i pazienti affetti da Long Covid avevano diritto a un codice di esenzione CV2123, che garantiva loro l’accesso gratuito alle prestazioni sanitarie necessarie per la loro condizione. Il codice è scaduto senza essere rinnovato o sostituito da alcun altro provvedimento; per i residenti in Emilia-Romagna, l’esenzione veniva riconosciuta dall’Azienda USL di assistenza, su richiesta del cittadino, previa esibizione della lettera di dimissione ospedaliera da cui si evinca il ricovero per la diagnosi di COVID-19″.
(Gianfranco Salvatori)