“Il fenomeno della violenza nei confronti degli operatori sanitari sta diventando sempre più grave e rilevante anche nella nostra regione”. È Giulia Gibertoni del Movimento 5 stella a presentare un secondo atto ispettivo, dopo quello del gennaio 2017, sul problema. La consigliera, in particolare, sollecita la Giunta regionale a intervenire, anche in sedi di confronto Stato-Regioni, per “equiparare questo reato a quello di violenza a pubblico ufficiale”.
Nella risposta alla prima interrogazione, si legge nel documento, l’assessore aveva parlato di istruzioni operative, rivolte alle aziende sanitarie, sulle modalità di segnalazione e di gestione degli episodi di violenza.
A distanza di un anno però, spiega la pentastellata citando casi a Modena e a Bologna, “il fenomeno anziché regredire sembra aver avuto una sostenuta progressione”. La maggior parte delle aggressioni, prosegue, “è scatenata da una prestazione negata, cui il paziente pretende di avere diritto, ma che, per legge o anche per mancanza di risorse, non gli può essere erogata”. Inoltre, aggiunge, “il blocco del turnover, la carenza di personale, gli orari massacranti, la carenza di fondi da destinare alla messa in sicurezza delle sedi sono tutti fattori che mettono a rischio la sicurezza dei professionisti della sanità”.
Gibertoni vuole quindi sapere dall’esecutivo regionale quali risultati siano stati raggiunti, su questo problema, nell’ultimo anno, sollecitando inoltre l’istituzione di un tavolo di confronto con le sigle sindacali della medicina convenzionata, di quella ospedaliera e degli infermieri per ricercare possibili soluzioni.
(Cristian Casali)