Fare chiarezza sulla vendita, a un cittadino straniero, da parte di una farmacia della zona Nord di Bologna, di un farmaco a base di oppiacei, l’ossicodone, senza alcuna ricetta medica. Due farmaciste avrebbero incassato 2mila euro e la polizia, che stava pedinando l’uomo, ha denunciato lo straniero e le due professioniste per spaccio di sostanze stupefacenti. La farmacia, dopo una serie di controlli, si è vista sospendere la propria attività fino al 22 aprile.
A chiedere di far luce sulla vicenda è Giulia Gibertoni, consigliera del Gruppo Misto, con una interrogazione in cui afferma che “colpisce la gravità inaudita del coinvolgimento di una figura professionale, quale quella del farmacista, preposta istituzionalmente alla tutela della salute dei cittadini, che avrebbe agito senza alcuna remora etica”. La capogruppo del Misto, poi, chiede “se l’Azienda USL di Bologna abbia provveduto a controlli preventivi e successivi per monitorare tali condotte illecite e come intenda farlo per il futuro e se non ritenga opportuno un immediato confronto con i vertici regionali degli Ordini delle professioni dell’area medica e farmaceutica al fine di prevenire e sanzionare tali condotte illecite”. Infine, Gibertoni vuole sapere “se la Regione intenda in un eventuale giudizio costituirsi parte civile”.
Come ha riportato la stampa, continua la consigliera, l’uomo avrebbe ricevuto 40 scatole di OxyContin, contenenti ciascuna 28 capsule del farmaco che richiede una prescrizione medica. Dagli accertamenti, è emerso che “la titolare e la farmacista presente in quel momento, avrebbero segnato la vendita di soltanto due scatole, per 102 euro totali”. Gli agenti che stavano seguendo l’uomo “a quel punto sarebbero intervenuti, qualificandosi e identificando le tre persone”. Le indagini proseguono per accertare se vi sia una rete e se siano stati venduti altri farmaci a base di oppiacei perché “è ormai tristemente ben nota – conclude Giulia Gibertoni – l’epidemia silenziosa di persone decedute per overdose dovuta alla dipendenza di questi farmaci”.
(Gianfranco Salvatori)