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Sanità. In sala parto entrano mediatori culturali e non partner delle partorienti, Fdi: Regione intervenga

I tre esponenti di Fdi parlano di “una discriminazione che deve essere superata”

“Garantire a tutte le donne gestanti la presenza del partner o di una persona di fiducia all’interno della sala parto”. Con un’interrogazione Michele Barcaiuolo, Marco Lisei e Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia chiedono al governo regionale di predisporre un protocollo per assicurare alle donne in gravidanza un supporto psicologico nella fase del parto. “Per contenere il contagio da Covid-19 in molti presidi ospedalieri del territorio si è applicato e si continua ad applicare questo divieto: neanche i mariti e i compagni posso presenziare al parto”. Contestualmente, proseguono, “è invece concessa la presenza, per le persone straniere, di un mediatore culturale, in molti casi un parente della gestante”. I tre esponenti di Fdi parlano quindi di “una discriminazione che deve essere superata”. Barcaiuolo, Lisei e Tagliaferri rilevano che “lo stesso Istituto superiore di sanità, oltre ad altri istituti internazionali, raccomanda espressamente, richiamando numerosi studi, la presenza del partner o di persona di fiducia scelta dalla donna nella fase del parto”. Sul tema della mediazione culturale i tre consiglieri chiedono poi all’esecutivo regionale “se abbia valutato la possibilità di strutturare il servizio da remoto tramite l’utilizzo di adeguati dispositivi elettronici”. Vogliono anche sapere “se i mediatori operanti nelle aziende sanitarie del territorio siano assunti, tramite concorso

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