Sanità e welfare

SANITÀ. INDENNIZZI PER DANNI DA VACCINAZIONI, TRASFUSIONI E ASSUNZIONI EMODERIVATI, INTERROGAZIONE PD SU RIPARTO FONDI: “EVITARE DISPARITÀ TRATTAMENTO”

SANITÀ. INDENNIZZI PER DANNI DA VACCINAZIONI, TRASFUSIONI E ASSUNZIONI EMODERIVATI, INTERROGAZIONE PD SU RIPARTO FONDI: “EVITARE DISPARITÀ TRATTAMENTO”

La legge 210/1992, “Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati”, prevede che lo Stato corrisponda un indennizzo a favore dei soggetti che abbiano riportato danni permanenti a seguito di trasfusioni, vaccinazioni obbligatorie o assunzione di emoderivati.

Lo ricordano, in un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale, i consiglieri del Pd Marcella Zappaterra (prima firmataria), Paolo Zoffoli, Paolo Calvano e Giuseppe Paruolo, segnalando che “l’indennizzo è pagato sotto forma di un assegno il cui ammontare dipende, fra l’altro, dalla corresponsione di una indennità integrativa e, come avviene per le atre prestazioni pensionistiche o assistenziali, è sempre stato soggetto a rivalutazione Istat”.

Questa rivalutazione – aggiungono i firmatari – era stata abolita dal decreto legge 78/2010, secondo una previsione normativa che la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima, avviando così una serie di ricorsi da parte degli indennizzati per ottenere il riconoscimento degli arretrati. A fronte del loro accoglimento e dell’avvio di ulteriori azioni legali da parte di chi, con sentenza passata in giudicato, non aveva ancora ricevuto il pagamento, il ministero del Tesoro – scrivono i consiglieri del Pd – ha iniziato a liquidare solo i soggetti posti direttamente a suo carico. “Un meccanismo alquanto distorto- si legge nel testo- prevede, infatti, che l’indennizzo di alcuni soggetti sia posto direttamente in capo al ministero, mentre quello di altri debba passare attraverso Asl e Regioni”.

Dall’inizio del 2012, la Regione Emilia-Romagna avrebbe deciso di adeguare gli indennizzi anticipando le risorse statali con fondi propri.

“Oggi però- spiegano i consiglieri- questa scelta di civiltà rischia di avere ripercussioni economiche negative sulla Regione”. Secondo i contenuti di una sentenza della sezione lavoro della Corte di Cassazione, infatti, “i danneggiati saranno costretti a far causa alla Regione per ottenere gli interessi arretrati per la rivalutazione dell’indennizzo”.

La legge 190/2014, inoltre, ”avrebbe stanziato 735 milioni di euro da suddividere, in proporzione al fabbisogno derivante dal numero degli indennizzi corrisposti, fra le Regioni e le Province autonome che abbiano anticipato il pagamento delle indennità, previo parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni”.

La discussione sul riparto dei fondi, tuttavia, non sarebbe stata ancora calendarizzata in Conferenza permanente: ciò potrebbe causare ritardi che rischierebbero di far spendere ulteriori risorse ai cittadini e alle Regioni in ricorsi che potrebbero evitare.

I consiglieri chiedono quindi alla Giunta se la discussione sarà calendarizzata già nella prossima seduta della Conferenza permanente e comunque in tempo utile per l’adozione del decreto di riparto entro la scadenza fissata per il 10 marzo prossimo e vogliono sapere a quanto ammonti la cifra necessaria a garantire la copertura degli indennizzi effettuati e da effettuare da parte della Regione e i tempi previsti per il riconoscimento dell’indennizzo a tutti coloro che ne abbiano diritto.

Da ultimo, Zappaterra e colleghi domandano alla Giunta se intenda attivarsi affinchè siano ridefiniti i meccanismi di corresponsione delle indennità in modo che non si creino disparità di trattamento fra i soggetti indennizzati direttamente dal ministero del Tesoro e quelli la cui indennità è liquidata da Asl e Regioni. (AC)

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