Sanità e welfare

Istituzione del direttore assistenziale: associazioni e sindacati divisi sulla nuova figura

Per il relatore di maggioranza Paruolo (Pd) “la sfida è essere più efficienti e più efficaci”, mentre per il relatore di minoranza Marchetti (Lega) “la nostra rete sanitaria ha bisogno di altro, con questo provvedimento sostanzialmente si introduce solo una nuova figura dirigenziale”

In commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta dalla vicepresidente Francesca Maletti, udienza conoscitiva sulla modifica alla legge regionale del 2004 relativa all’organizzazione delle aziende sanitarie.

Con questo provvedimento, ha spiegato il relatore di maggioranza Giuseppe Paruolo (Pd), “si definisce la possibilità di istituire una figura sanitaria aggiuntiva all’interno della direzione strategica aziendale territoriale: il direttore assistenziale, un incarico che di fatto esiste già ma che non era stabilito per legge”. Scopo del progetto di legge, ha aggiunto, “è dunque quello di legittimare la figura del direttore assistenziale, senza tuttavia comprimere l’autonomia organizzativa aziendale”. La sfida, ha concluso, “è essere più efficienti e più efficaci”.

Critico sui contenuti del provvedimento il relatore di minoranza Daniele Marchetti (Lega): “L’approccio è sbagliato, ci sono altre priorità e la nostra rete sanitaria ha bisogno di altro. Con questo provvedimento sostanzialmente si introduce solo una nuova figura dirigenziale”.

Associazioni, ordine e single sindacali del settore divise sui contenuti della proposta.

“Siamo critici su questa modifica di legge, perché con questa nuova figura si crea una dicotomia non utile, che farà aumentare i costi in sanità”, ha rimarcato Salvatore Lumia di Cimo-Fesmed. Sulla stessa linea Simona Benedetti di Legacoop Romagna: “Siamo contrari alla modifica di legge, non si favorisce la carriera di alcuna figura ma si duplica ciò che già esiste; le professioni così si allontanano, occorre invece semplificare e accorciare”. Anche per Maurizio Grossi di Frerom “ si tratta di una figura non necessaria, non utile a concorrere al perseguimento strategico della mission aziendale”. Stesso parere da Massimo Melega di Cida: “Ci rimette l’utenza”. Così anche per Matteo Nicolini di Aaroi-Emac: “La figura non è prevista dalla legge nazionale; si crea l’ennesima apicalità negli staff delle strutture aziendali, peraltro senza nemmeno chiarire le competenze specifiche di questo ruolo”. Anche per Ambra Cavina dell’Odine degli psicologi “non emergono i requisiti di questa figura”. Per Renzo Le Pera di Fimmg “non si capisce il perché di questa figura”. Per Roberto Pieralli di Snami “il livellamento crea scollamento tra le diverse professioni”. Infine, è intervenuta Bruna Bellotti dell’associazione Diritti senza barriere: “Molto delusi da questa proposta di legge, in quanto introduce una figura inutile”.

Parere opposto quello di Pietro Giurdanella dell’Ordine delle professioni infermieristiche: “Il nostro è un sì convinto alla proposta, in quanto riteniamo necessario avere all’interno della direzione questa professione”. D’accordo anche Alberto Talamo del Comitato unitario delle professioni: “Siamo favorevoli a questo progetto di legge”. Sulla stessa linea Carmela Lavinia della Cisl: “Si tratta di una modifica necessaria, non si devono ingenerare conflitti fra le diverse professioni”. Ok anche da Vincenzo Manigrasso per Tsrm-Pstrp: “Pieno e convinto appoggio a questo provvedimento”. Favorevole alla proposta anche Luca Busani, assessore alle Politiche sociali, del lavoro e della salute del Comune di Fiorano modenese.

Al termina della seduta sono intervenuti anche i consiglieri d’opposizione Lisei e Pelloni.

“Nel nostro sistema sanitario le criticità sono altre, non è utile introdurre una nuova figura apicale ed è sbagliato partire dall’alto per rendere più efficiente la macchina”, ha sottolineato Marco Lisei (Fdi). Sulla stessa linea Simone Pelloni (Lega): “Serve davvero questa figura o serve tutto quello che ancora oggi manca alla sanità?”.

(Cristian Casali)

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