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Sanità. La Commissione fa il punto su sinistri e rimborsi

Dati sostanzialmente stabili per l’ultimo triennio. Nella maggior parte dei casi si tratta di richieste riparatorie di lieve entità che vengono gestite nell’arco di 36 mesi. Oltre il 45% delle richieste viene rigettato perchè insussistente

Sinistri totali sostanzialmente immutati nell’ultimo triennio (1.237 nel 2017; 1.283 nel 2018 e 1.212 nel 2019) nonostante la definitiva entrata nel programma regionale di tutte le aziende sanitarie del territorio e un indice di sinistrosità che, a fronte di oltre mezzo milione di ricoveri, si attesta e conferma attorno a 17 casi ogni 10 mila pazienti dimessi. Questi i dati salienti emersi dalla seconda relazione valutativa, la prima era avvenuta al termine del triennio 2013-2016, presentata dalla Giunta alla Commissione Politiche per la salute e politiche sociali presieduta da Ottavia Soncini in merito alla Legge 7/11/2012 n. 13 “Norme per la copertura dei rischi derivanti da responsabilità civile negli Enti del Servizio sanitario regionale” che fornisce informazioni sull’andamento dei sinistri negli enti con particolare riguardo al numero delle transazioni effettuate e ai tempi di risarcimento dei sinistri. Tra i dati più salienti emersi è la cifra liquidata per i rimborsi ai cittadini nello scorso triennio (pari a 25 milioni) e dal tempo medio di reazione del sinistrato (ovvero quanto passa tra il presunto danno e la richiesta di danni da parte del paziente dimesso) che è relativamente breve, ovvero avviene per oltre il 50% dei casi entro due anni dal sinistro (35% nell’anno in corso, 22% l’anno precedente). Da segnalare il fatto che nella quasi totalità dei casi oggetto dei sinistri sono le persone” e solo in casi residuali si chiedono rimborsi per “oggetti o cose”. Nella maggior parte dei casi, poi, sono i diretti interessati a far partire le richieste, molto più raro che siano gli eredi o i parenti. Nel 45% di tutte le richieste accese, tale istanza viene bocciata perché non sussistono i termini. Passando dalla tipologia dei sinistri alle modalità di gestione sul piano amministrativo, i tecnici regionali fanno notare che il 66% dei casi viene gestito nei tempi molto brevi che l’amministrazione si è data (tre anni dalla richiesta danni) e solo il 4% dei casi è così grave e complesso da arrivare al nucleo di valutazione regionale. Quasi sempre il cittadino accetta quanto proposto in fase transattiva e “ciò testimonia che non si tratta di casi gravi”. Una questione aperta di straordinaria attualità, infine, è l’impatto che il Covid potrà avere sulle scelte di politica assicurativa regionale: a fronte della pandemia attualmente in corso ci si interroga se l’assetto delle regole esistenti in materia di responsabilità civile sia sufficiente o sia necessario approntare un nuovo sistema di norme in ragione del perdurante stato emergenziale. “La relazione illustrata ci permette di vedere tassi di sinistrosità molto elevati in alcuni settori, come quello dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, dove c’è una media di sinistrosità molto più alta rispetto a quella regionale: bisogna essere molto attenti e guardare bene i dati perché parliamo di salute delle persone”, spiega Daniele Marchetti (Lega). “

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