Sanità e welfare

L’Assemblea: incentivare la distribuzione di farmaci classe A da parte delle farmacie territoriali

A una risoluzione di Fratelli d’Italia ne è stata abbinata una sullo stesso tema presentata dalle forze di centrosinistra. Il botta e risposta tra maggioranza e opposizione non ha portato a una visione condivisa. Approvata, a maggioranza, solo la risoluzione del centrosinistra

Adottare misure per incentivare la distribuzione dei farmaci di classe A tramite la rete delle farmacie territoriali, promuovendo accordi anche per ampliare la gamma di farmaci distribuibili al di fuori delle strutture ospedaliere, in particolare nelle aree montane e disagiate. Sono gli impegni richiesti all’esecutivo regionale attraverso una risoluzione di Fratelli d’Italia presentata da Nicola Marcello e sottoscritta dai colleghi di partito Giancarlo Tagliaferri, Priamo Bocchi, Alessandro Aragona, Luca Pestelli, Annalisa Arletti e dalla consigliera di Rete civica Elena Ugolini. Nel documento si chiede anche alla giunta di “monitorare e rendicontare periodicamente l’andamento della spesa farmaceutica regionale, con particolare attenzione ai costi e ai benefici derivanti dall’incremento della distribuzione tramite le farmacie territoriali”.

All’atto di indirizzo del centrodestra è stata abbinata una risoluzione sullo stesso tema, presentata dal civico Giovanni Gordini (primo firmatario), sottoscritta da Paolo Trande (Avs), e dai consiglieri del Pd Anna Fornili, Andrea Costa, Barbara Lori, Maria Costi, Maria Laura Arduini, Gian Carlo Muzzarelli, Niccolò Bosi, Luca Sabattini, Luca Giovanni Quintavalla, Elena Carletti, Matteo Daffadà, Lodovico Albasi, con la quale si chiede alla giunta “di confermare e rafforzare l’attuale modello integrato di distribuzione dei farmaci e a proseguire nella valorizzazione delle farmacie rurali”, consolidando l’uso strategico delle gare pubbliche “quale strumento centrale per l’acquisto dei farmaci destinati alla distribuzione diretta”.

Sui due atti di indirizzo ha fatto seguito il botta e risposta tra maggioranza e opposizione che non ha portato a una visione condivisa. Al termine della discussione è stata approvata, a maggioranza, la sola risoluzione del centrosinistra.

“Numerosi farmaci di classe A, i cosiddetti farmaci mutuabili, vengono attualmente distribuiti direttamente dalle farmacie ospedaliere, obbligando i pazienti a recarsi fisicamente presso tali strutture per il ritiro – spiega Nicola Marcello (FdI) -. Questo sistema di distribuzione comporta disagi significativi per i cittadini, in particolare per coloro che risiedono in aree montane o periferiche, con costi aggiuntivi in termini di trasporto, tempo impiegato e difficoltà logistiche. Abbiamo portato in aula una risoluzione a vantaggio dei cittadini, proprio perché le farmacie territoriali sono capillari e sono accessibili h24″.

Luca Pestelli (FdI) si sofferma sul ruolo dei farmacisti, “che rappresentano una risorsa a tutela della salute, esercitando una funzione sociale fondamentale, e non possono essere considerati un mero costo”. “E non va dimenticato il ruolo delle farmacie convenzionate, 1.400 sedi su tutto il territorio regionale, che garantiscono quotidianamente servizi alla cittadinanza”. “Tuttavia – critica Pestelli -, l’uso massivo che la Regione Emilia-Romagna fa del canale di distribuzione diretta ospedaliera dei farmaci mostra i suoi limiti quotidianamente, a svantaggio dei cittadini residenti nelle zone periferiche e nelle aree interne, dove il servizio non riesce a garantire la corretta capillarità, creando problematiche di adesione alle terapie”.

Giovanni Gordini (Civici con de Pascale) ha ripercorso, anche dal punto di vista normativo, le azioni già messe in campo dalla Regione, ribadendo che il tema deve essere affrontato “in modo coerente”. Ha ricordato, fra le altre azioni, l’istituzione dei dispensari nelle aree più marginali e le misure per riconoscere gli extra costi alle farmacie rurali. “La presa in carico del paziente è un valore che non può essere ridotto alla sola prescrizione, ma deve riguardare l’intera presenza del sistema sanitario sul territorio, con diverse figure di riferimento come infermieri, farmacisti, medici, fisiatri – rileva -. Un sistema che si stava sviluppando già prima della pandemia. La via da intraprendere è quella, da un lato, di realizzare economie di spesa dove esiste un contesto di facilità di accesso e, dall’altro, di fare in modo che l’investimento sulle aree territoriali interne non comporti un aumento di costo a carico del servizio sanitario”.

Critico invece Giancarlo Tagliaferri (FdI): “Oggi discutiamo una risoluzione che tocca un tema che riguarda direttamente la vita quotidiana dei cittadini. Le persone anziane che devono organizzarsi, ci sono famiglie che perdono ore di lavoro per ritirare una terapia, pazienti fragili costretti a viaggi e code quando potrebbero avere il loro farmaco nella farmacia sotto casa. Il governo nazionale ha imboccato proprio la strada della valorizzazione della farmacia come presidio sanitario di prossimità con la nuova remunerazione delle farmacie introdotta nel 2023 che non lega più i ricavi al prezzo del farmaco ma al servizio reso e al numero di confezioni erogate. E allora ci chiediamo perché la Regione Emilia-Romagna continui a muoversi in direzione opposta”.

Per Paolo Trande (Avs) la risoluzione della minoranza “è chiarissima e rivela fino in fondo l’idea di distribuzione farmaceutica che ha la destra”. “Se avvenisse ciò che è prospettato nella risoluzione (dell’opposizione, ndr) – afferma Trande -, il primo effetto sarebbe la scomparsa delle gare pubbliche. In più si rinuncerebbe a qualsiasi politica pubblica sull’appropriatezza prescrittiva. Non intendiamo demonizzare il sistema di distribuzione convenzionato, ma c’è bisogno della governance pubblica e che tutto sia parte di un sistema integrato”.

Per Tommaso Fiazza (Lega) le due risoluzioni mettono in luce due diverse posizioni. “Da un lato quella del centrosinistra che vede il pubblico come l’unica soluzione; dall’altra chi vede nella collaborazione con il privato una vera soluzione. La risoluzione proposta dalla maggioranza di sinistra, pur forse animata dall’intento di migliorare l’efficienza del sistema, rischia di indebolire un presidio fondamentale, la farmacia di comunità. È questa la preoccupazione che Federfarma ha espresso con chiarezza nella lettera che ha indirizzato a tutti noi consiglieri regionali e che sento doveroso sostenere con forza”.

Anna Fornili (Pd) rimarca l’impegno della Regione sul tema, che va affrontato “avendo chiari gli obiettivi”. “Ci sono tre tipi di distribuzioni: diretta, convenzionata e per conto. Tutti sono possibili ed efficaci e sulla base dei territori si cerca di adoperare la distribuzione più sensata e più capillare”, afferma. “Ed è questo che abbiamo chiesto che venga attuato a quel tavolo citato nella nostra risoluzione cui siedono tutti gli stakeholders, le associazioni di categoria farmaceutiche e l’assessorato alla sanità”, ribadisce.

Elena Ugolini (Rete civica) prova a cercare la condivisione di intenti con alcuni emendamenti (respinti) alla risoluzione della maggioranza, ribadendo “l’importanza della rete delle farmacie nella distribuzione dei farmaci, per arrivare al malato in modo capillare e favorire l’appropriatezza della cura”. Sulla stessa linea Marco Mastacchi (Rete civica) che ricorda come “le farmacie non sono sportelli amministrativi, ma luoghi di orientamento terapeutico e, spesso, unico punto di riferimento sanitario nelle aree marginali e interne. I disagi dei cittadini nell’accesso al farmaco si traducono in una sola parola: ‘esclusione’. Ed è per questo che è fondamentale riconoscere alle farmacie il ruolo che meritano, di presidio di prossimità insostituibile”.

Andrea Costa (Pd) sottolinea come “l’anima della risoluzione scritta con i colleghi della maggioranza è l’idea di una distribuzione che sia il più vicino possibile al cittadino, utilizzando tutti quegli strumenti che abbiamo nel tradurre le parole in fatti”. “C’è un’interlocuzione in corso, che deve essere ripresa, che deve produrre rapidamente risultati, per coniugare in modo concreto il principio della prossimità con la necessità del contenimento della spesa – prosegue -. Oggi gli emendamenti non riusciamo ad accoglierli, ma ci sarà spazio per ulteriori confronti: sarà importante presidiare in commissione l’esito di ciò che andiamo oggi ad approvare”.

Chiude Paolo Calvano (Pd). “Questo non è un dibattito tra chi sta con le farmacie e chi no. Non c’è bisogno di uno scontro frontale tra due visioni – ribadisce -. Con questo documento abbiamo messo al centro il cittadino, i suoi bisogni e la tenuta del sistema. Per far questo, è imprescindibile la collaborazione tra il pubblico e chi gestisce le farmacie, in un sistema integrato che sia all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte”.

(Brigida Miranda)

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