Fare il punto sul numero e sull’attività dei Medici di Continuità.
A chiederlo, in un’interrogazione sono i consiglieri Fabio Bergamini (Lega) e Marcella Zappaterra (Pd) che ricordano come “alcuni professionisti riferiscono difficoltà di gestione di pazienti non sempre informati adeguatamente sulle reali possibilità di intervento dei Medici di Continuità Assistenziale. Il cittadino, secondo quanto riferito da vari professionisti della Sanità, accederebbe al servizio di MCA in maniera ‘casuale’, non sempre con la disponibilità delle necessarie informazioni da parte del Sistema sanitario”.
I due firmatari dell’interrogazione, inoltre, sottolineano come “una riorganizzazione complessiva del servizio – che includa idonei percorsi formativi, campagne di informazione destinate ai cittadini, accompagnate da un’opera di sensibilizzazione da parte di tutti gli attori sociali interessati – potrebbe incidere favorevolmente sul sistema. Andando a ridurre il carico di “codici bianchi” (e quindi dei tempi di attesa) che grava attualmente sui Pronto soccorso del territorio regionale”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla Giunta “quale sia attualmente il numero di Medici di Continuità Assistenziale presenti sul territorio regionale, a fronte della difficoltà di reperire nuovi professionisti, e quante le prestazioni sanitarie che si sono registrate a loro carico durante il 2021 e questo primo scorcio del 2022, e quali urgenti misure si intendono mettere in atto per ovviare alle notevoli difficoltà di gestione di un servizio prezioso e di prossimità per il cittadino, ma che risulta sovraccaricato dalle carenze complessive del sistema e da un gap di Medici di Medicina Generale ormai endemico sul territorio”.
L’altro quesito posto all’amministrazione regionale è il seguente: “quali misure potrebbero incentivare, anche sotto il profilo economico, una scelta di carriera indirizzata verso il ruolo di MCA, da parte dei professionisti, dal momento che il servizio di Continuità Assistenziale continua ad essere ritenuto una ‘fase di passaggio’ nel percorso professionale dei medici, piuttosto che un punto di arrivo?”.
(Luca Molinari)