Sanità e welfare

Lega-Pd: più sostegno alle famiglie con bambini affetti da sindrome Pandas 

La richiesta alla giunta è quella di impegnarsi per sollecitare un confronto a livello nazionale con l’obiettivo di favorire la diffusione della conoscenza della malattia, con l’obiettivo di trattare nel modo più appropriato questi pazienti

Omogeneizzare i criteri diagnostici, la presa in carico dei piccoli pazienti e la ricerca di nuove metodologie che permettano di contrastare a sindrome Pandas.

A chiederlo, con una risoluzione discussa in Assemblea e approvata, sono Emiliano Occhi (primo firmatario) e Valentina Stragliati della Lega, e Pasquale Gerace, Ottavia Soncini, Francesca Maletti, Luca Sabattini e Matteo Daffadà del Pd.

La sindrome Pandas è un disturbo che colpisce i bimbi e che presenta un’associazione con le infezioni da streptococco. “Una malattia rara che – spiega Occhi (Lega) – tocca fortemente le famiglie, spesso i trattamenti non sono adeguati, una patologia che può riguardare anche gli adulti”. Interviene poi Gerace (Pd): “Questa sindrome ad oggi non ha un riconoscimento ufficiale, una patologia che necessita di particolare attenzione (in Italia coinvolge circa 1.000 bambini), sollecitiamo risposte, serve un confronto a livello nazionale”.

I sette consiglieri chiedono alla giunta di impegnarsi per sollecitare un confronto a livello nazionale con l’obiettivo di favorire la diffusione della conoscenza della sindrome di Pandas, omogeneizzare i criteri diagnostici, la presa in carico dei piccoli pazienti e favorire la ricerca di nuove metodologie di intervento che permettano di contrastare questa patologia. Tra le richieste anche quelle di creare supporti in sede scolastica a sostegno dei bambini affetti dalla sindrome e a creare una rete tra le aziende sanitarie in modo da aiutare il più possibile le famiglie per una presa in carico tempestiva ed efficace dei malati.

Per Luca Cuoghi (Fdi), poi, “serve un riconoscimento di questa malattia, dobbiamo domandarci cosa possiamo fare noi attraverso il sistema sanitario regionale, serve comunque un confronto a livello nazionale ma anche sovranazionale”.

(Cristian Casali)

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